di DIEGO GALLI –
VITERBO – È una lista eterogenea quella presentata allo Chalet Garbini dalla Lega. A fare gli onori di casa il senatore Umberto Fusco, il deputato e coordinatore della Lega Claudio Durigon e, ovviamente, il candidato Claudio Ubertini.
“Ci sono stato vari attacchi – ha esordito Fusco – da dei siti, non delle vere testate giornalistiche, che ci hanno accusato di avere tra i nostri candidati 15 persone non residenti a Viterbo. Queste accuse le respingo al mittente, perché false”. Lo scudo di difesa del senatore è stato eretto a difesa dei molti volti nuovi che la Lega ha presentato per la prima volta al panorama politico di Viterbo”.
Trasparenza, coerenza e pragmatismo sono il focus degli aspiranti consiglieri, che si sono presentati, uno a uno, davanti alla nutrita platea di persone sopraggiunte per l’occasione. Tra il pubblico, anche molti amministratori locali, come il sindaco Tuscania Fabio Bartolavci e il vicesindaco di Civita Castellana Andrea Sebastiani.
“Noi abbiamo dalla nostra la forza del fare – ha dichiarato l’ex consigliere e capogruppo Andrea Micci, nuovamente candidato – non deve mai essere sottovalutata”. Accanto a lui, a ri-presentarsi, anche gli altri ex amministratori Carlo Marcoaldi, Vittorio Galati, Elisa Cepparotti, Ludovica Salcini e Stefano Evangelista, tutti concordi sul fatto che “Se si vuole davvero il bene della città si deve investire su Claudio Ubertini”, come sottolineato da Galati.
“Siamo riusciti a instradare in questi tre difficili anni molti progetti che presto saranno conclusi – ha proseguito poi l’ex presidente del consiglio comunale Evangelista – Anche per questo vi chiedo di darci nuovamente fiducia. Viterbo è una città impegnativa, ma ce la metteremo tutta perché Viterbo merita qualcosa di bello e di grande”.
A chiudere la conferenza il candidato Claudio Ubertini, che ha sottolineato come ora sia scaduto il tempo per i convenevoli. “Adesso andremo a convincere i viterbesi a darci il voto. Abbiamo già fatto tanto, come portare 37,5 milioni di euro per rivitalizzare la città, ma c’è tanto altro che vogliamo e possiamo fare”.