Come funziona la legge elettorale Rosatellum, in discussione al Parlamento

La nuova legge elettorale in discussione alla Camera, il “Rosatellum” (latinismo dal nome del capogruppo Pd Ettore Rosato, ndr), prevede per gli elettori la possibilità di eleggere poco più di un terzo di deputati e senatori direttamente, il resto saranno nei listini bloccati, cioè scelti dalle segreterie di partito.

Il Rosatellum nasce dall’alleanza tra Partito Democratico, centristi, Forza Italia e Lega e prevede, tra l’altro, una soglia di sbarramento al 3% per le liste e al 10% per le coalizioni (soglia valida per entrambi i rami del Parlamento). Nel calcolo della soglia minima che ogni coalizione deve raggiungere non viene computato il voto dei partiti che non hanno superato l’1%, le cosiddette “liste civetta”.

Il voto sarà unico e non sarà consentito scegliere, ad esempio, un candidato del collegio uninominale del M5S e un candidato Pd in quello plurinominale.

Ci si potrà candidare in un collegio uninominale e in cinque plurinominali, il che significa che i leader saranno decisivi, visto che, quando questi sceglieranno il collegio, saranno eletti i candidati nelle posizioni subito successive. Questa norma è particolarmente contestata, dato l’impedimento per gli elettori di conoscere prima del voto chi verrà eletto.

Tra le novità è previsto un tagliando antifrode che servirà ad “evitare lo scambio delle schede ballerine”, come specificato dal relatore dem Emanuele Fiano. Inoltre i gruppi già presenti in Parlamento prima del 15 aprile 2017 non dovranno raccogliere le firme (come ad esempio Mdp), mentre quelli per appena formati basteranno per ogni collegio 750 firme, la metà rispetto a prima.

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