Gal, Coldiretti Lazio: “Destinare fondi a progetti di filiera”

VITERBO – “In un momento così delicato per l’agricoltura del Lazio i 73 milioni di euro stanziati per finanziare i Gruppi d’Azione Locale (Gal), dovrebbero essere destinati ai piani di filiera e utilizzati per lavorare sulla progettualità, in modo tale che si garantisca una crescita del settore agricolo. Chiediamo a riguardo una proroga di tre settimane per la presentazione dei progetti fissata per il 2 ottobre e dare così il giusto peso al bando per le filiere”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, sullo stanziamento da parte della Regione Lazio di 73 milioni di euro ai Gal.

“I Gal devono occuparsi dei piani di filiera – prosegue Granieri – con ricadute territoriali. Non possiamo più accettare “brutte copie” delle attività regionali. I fondi del mondo agricolo non possono essere destinati prioritariamente a lavori pubblici in un momento così difficile per le imprese agricolo, che hanno necessità di essere sostenute. Bisogna andare verso un rinnovamento anche per quanto riguarda il Piano di Sviluppo Rurale. In quello attuale permangono troppe lacune con misure che si sono ormai rilevate superate e inefficaci”.

Tra i Gal presenti nel Lazio troviamo quello storico dei “Castelli Romani e Monti Prenestini”, “Vette Reatine”, “Futur@niene”, “Terre di Argil”, “Aurunci e Valle dei Santi”, “Salto-Cicolano”, “Sabino”, “Ernici Simbruini”, “Etrusco Cimino”, “Monti Prenestini e Valle del Giovenzano “Terre di Pre.Gio”, “Alto Lazio”, il Gal della “Via Amerina, delle Forre e dell’Agro Falisco”, “Territorio dei Parchi”, “Monti Lepini”.

Servono fondi per l’agricoltura e la sua progettualità che consentano di superare le problematiche che devono fronteggiare le nostre aziende, ma anche consentire la loro crescita con strategie di sviluppo.

“Quello che occorre alla nostra agricoltura – aggiunge Granieri – è un investimento sui progetti di filiera e un Psr più snello e una semplificazione burocratica. Lo sosteniamo da sempre. Il Piano di Sviluppo Rurale deve rappresentare grande evoluzione per l’agroalimentare della regione Lazio in un’ottica di cambiamento generazionale, ma continua a non essere così”.

Coldiretti Lazio sottolineare l’importanza di una semplificazione che vada dai piani di sviluppo rurale, alle diverse domande di contributo, fino alle procedure per produrre e commercializzare. “Occorre prevedere una forte sburocratizzazione”, ribadisce Granieri. Servono tempi certi di risultato: i cambiamenti hanno portato una evoluzione tale per cui dalla domanda di contributo alla erogazione sono passano anche tre anni, durante i quali le imprese in molti casi sono costrette a  rinunciarvi perché i tempi così lunghi modificano i mercati e i costi di investimento.

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