Galileo Galilei a Vetralla? A Palazzo Franciosoni l’affascinante ipotesi del professor Lupattelli

di EMANUELE FARAGLIA-
VETRALLA (Viterbo) – Applausi, grande interesse e un palazzo riconsegnato alla città. Questo e molto altro è stata la conferenza del professor Simone Lupattelli che sabato 9 aprile a Palazzo Franciosoni ha presentato il suo libro “I cicli pittorici di palazzo Mariotti-Franciosoni,  Studi inediti e aggiornate considerazioni” (Davide Ghaleb Editore), alla presenza del sindaco Sandrino Aquilani e degli assessori Daniela Venanzi, Giovanni Gidari, Giulio Zelli. Conferenza che non si sarebbe potuta organizzare, naturalmente, senza la disponibilità e la volontà dei nuovi proprietari della dimora storica, ovvero Paola e Giovanni di Carpegna Gabrielli Falconieri.
Oltre ad una miriade di informazioni preziose frutto delle sue ricerche, il relatore ha presentato alcune interessanti e originali ipotesi su un possibile passaggio per Vetralla nientemeno che di Galileo Galilei. “Sappiamo – le parole di Lupattelli – che nella seconda metà del 1500 la famiglia Franciosoni si unì alla famiglia Zelli, il cui palazzo è attualmente sede degli uffici comunali e anche alla famiglia Brugiotti. Dal matrimonio tra Maddalena Franciosoni e Stefano Brugiotti, ad esempio, nel 1601 nacque Urbano, passato alla storia come Fra Giacinto. Illustre personaggio ricordato su un archigrafe ancora visibile su una facciata del palazzo Brugiotti a Vetralla”.
VETRALLA E VENEZIA, QUALI ANALOGIE?
Ma è su uno dei numerosi affreschi presenti nella sala principale di palazzo Franciosoni che si è concentrata in modo particolare l’attenzione di relatore e partecipanti all’incontro. Si tratta di un dipinto in cui è raffigurata la chiesa di Santa Croce. “Chiesa che – spiega Lupattelli – fu però demolita nella prima metà dell’Ottocento. Tuttavia e per fortuna ne rimangono testimonianze iconografiche tra le quali, una delle più autorevoli è un’opera autografa del Canaletto databile tra il 1730 e il 1740, quindi sappiamo con certezza che quella è la veduta di Santa Croce”. Ma che ci fa una veduta di Venezia nello storico palazzo vetrallese? “In tal senso ho fatto un’ipotesi. Storicamente le due città sono legate dalla figura del veneziano papa Eugenio IV che nel 1432 donò il bosco di Monte Fogliano ai vetrallesi i quali per mantenere la proprietà dovevano ogni anno sposare due alberi con regolare cerimonia. Da qui la tradizionale festa dello Sposalizio dell’Albero che riporta ancora analogie con lo Sposalizio del Mare che viene celebrato a Venezia per sancire l’unione tra la città e il mare stesso”.
UN’IPOTESI AFFASCINANTE
“Se la curiosità, l’interesse per il paganesimo, per l’astronomia, per l’astrologia dimostrato dalla nobile famiglia Franciosoni avesse destato l’interesse di qualche personalità influente? E se la veduta di Venezia fosse la prova del passaggio a palazzo dell’illustre Galileo Galilei? Magari in viaggio verso Roma?”. Cosa sappiamo? Galileo arrivò nella Repubblica di Venezia nel 1592 e vi soggiornò fino al 1610. A Veneiza Galilei conobbe Paolo Sarpi, col quale strinse un rapporto di amicizia e stima. Sarpi era un teologo ed esperto di arti magiche e astronomia e forte oppositore al centralismo della Chiesa cattolica. Fu definito da Girolamo Fabbrici di Acquapendente ‘oracolo del suo secolo’. Sarpi apparteneva all’ordine dei Servi di Maria il cui cardinale protettore era nientepopodimeno che Alessandro Farnese il Giovane, nativo di Valentano e nipote di Papa Paolo III, proprio quel cardinale che fece portare a termine i lavori a palazzo Farnese a Caprarola. Sappiamo che Paolo Sarpi introdusse Galilei negli ambienti culturali della città lagunare e che lo mise in contatto con le personalità più influenti del territorio viterbese. Già all’epoca importantissimo per il passaggio della via Francigena come arteria che conduceva a Roma. Nel 1597, nella Repubblica di Venezia Galileo fabbricò un compasso. Quello strumento già presente nei dipinti di palazzo Franciosoni. Nel 1604 lo scienziato venne per la prima volta messo sotto accusa dall’Inquisizione di Padova, città che lo vide docente della prestigiosa università, per aver effettuato oroscopi personalizzati al prezzo di 60 lire venete e per aver sostenuto che gli astri determinassero a qualche livello le scelte dell’uomo. Il procedimento fu però bloccato dal Senato della Repubblica di Venezia. Abbiamo visto che anche la tematica degli astri e dei segni zodiacali è nei registri dei cicli pittorici del palazzo”.
GALILEO GALILEI E LE DIMORE STORICHE

Dove soggiornava Galileo Galilei? Sicuramente in dimore importanti: “Nel 1624, ad esempio, era stato ospite del principe Federico Cesi, nel palazzo di famiglia ad Acquasparta, provincia di Terni, a non molti chilometri da Vetralla. È ipotizzabile che Galileo conscio di ciò che lo aspettava a Roma, davanti al tribunale del Sant’Uffizio, abbia condiviso il ricordo, e perché no, il rimpianto della sua libera e indipendente Venezia, città che mantenne l’indipendenza quando l’Italia era sotto l’egemonia spagnola. E se questo rimpianto, questo ricordo lo abbia diviso con l’allora proprietario del palazzo, Camillo II Franciosoni, la cui famiglia aveva già dimostrato un certo interesse per gli argomenti a volte perseguitati dalla Santa Inquisizione? E se Galileo per ricordo avesse portato con sé delle stampe, dei disegni – non certo una fotografia … – della chiesa di Santa Croce? Chiesa che per anni aveva avuto davanti ai suoi occhi durante il soggiorno veneziano. Galileo viveva proprio nel sestiere di Santa Croce a Venezi. Lo sappiamo con certezza grazie ad alcune lettere destinate allo scienziato e scritte da Gian Vicenzo Pinelli da Padova e indirizzate a casa del signor Kavaliero Uguccione, ubicata proprio di fronte alla chiesa di Santa Croce. E se di un’incisione o un disegno ne avesse fatto dono ai Franciosoni? E ancora non è ipotizzabile che Camillo II Franciosoni abbia voluto immortalare la veduta di Venezia nel sestiere con la chiesa di Santa Croce, proprio su quel modello fornitogli da Galileo, in una celata e poco compromettente memoria del passaggio dello scienziato a palazzo? Ci troviamo, chiaramente, nel campo delle ipotesi che però meriteranno ulteriori approfondimenti perché gli indizi ci sono”.

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