Genova, appello del Sappe dopo l’operazione su maxi traffico di droga e armi da guerra

GENOVA- “Non si perda ulteriore tempo, le carceri – tutte! – vanno schermate all’uso indebito di cellulari, come chiediamo da anni”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, commentando l’operazione svolta dai Ros (Raggruppamento operativo speciale) dei carabinieri di Genova, supportati dai militari dell’arma territoriale, che ha portato a 20 arresti tra Liguria, Calabria e l’estero per traffico di internazionale di cocaina e detenzione illegale di armi.

“Secondo gli inquirenti”, prosegue Capece, “uno dei responsabili avrebbe gestito il traffico di droga dal carcere di Marassi grazie ad alcuni criptotelefonini”. Al riguardo, il sindalista ricorda che introdurre o possedere illegalmente un telefono cellulare in carcere costituisce reato, punito da 1 a 4 anni di reclusione. “L’introduzione del reato nel nostro Codice penale, purtroppo, non ha sortito gli effetti sperati; l’unico deterrente possibile rimane la schermatura degli istituti per rendere inutilizzabili i telefoni. La situazione è ormai fuori controllo. È necessario un intervento urgente per dotare le carceri di sistemi di schermatura efficienti e per contrastare efficacemente l’introduzione di telefoni cellulari all’interno degli istituti penitenziari”. E, nel ricordare che “il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri della Liguria, aggravatasi anche da quando Genova non è più sede autonoma del Provveditorato regionale ma dipendente da Torino”, evidenzia: “domandiamo ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria a che punto è proprio il progetto di schermatura degli istituti, proprio per neutralizzare l’utilizzo dei telefoni cellulari e scoraggiarne l’introduzione, garantendo così quella prevenzione che, in casi di questo tipo, può risultare più efficace della repressione”.

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