Geotermia Castel Giorgio: la sentenza del Consiglio di Stato attesa per il 16 settembre. Trenta comuni si oppongono all’impianto

di LIA SARACA-

MONTEFIASCONE (Viterbo) – Atteso per il 16 settembre prossimo il giudizio del Consiglio di Stato sull’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio. Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio (Tar) ha di fatto bloccato la realizzazione dell’impianto accogliendo il ricorso dei comuni che a suo tempo avevano impugnato la deliberazione del 31 luglio 2019 sul via libera all’impianto da parte del Consiglio dei ministri.

Di seguito, però, la società proponente dell’impianto geotermico di Castel Giorgio ha fatto ricorso al Consiglio di stato la cui sentenza è attesa dunque per  il 16 settembre. Una data importante per tutto il comprensorio del lago di Bolsena e oltre, con i comuni interessati e le associazioni ambientaliste che hanno proseguito il percorso di tutela del territorio anche alla luce del fatto che la società “ha ottenuto dal Consiglio di stato di poter iniziare i lavori in attesa del giudizio – evidenzia l’associazione Lago di Bolsena -. Ha anche chiesto e ottenuto la proroga di 5 anni della VIA approvata nel 2015 dalla Commissione VIA-VAS attualmente non più in carica essendo da tempo scaduta, ma la Commissione in carica ha espresso parere favorevole alla proroga”.

Intensificati in questo ultimo periodo le azioni contro la realizzazione dell’impianto geotermico pilota a Castel Giorgio tra cui l’invio di una lettera al ministro Roberto Cingolani, Ministero della Transizione Ecologica; al ministro Dario Franceschini, Ministero della Cultura; al presidente della Commissione VIA e VAS,  Massimiliano Atelli.

“Abbiamo scritto ai ministri la lettera che contiamo sia letta dai destinatari – illustra Piero Bruni, presidente dell’associazione lago di Bolsena -. Abbiamo stampato 500 copie dell’opuscolo “Verità” e del volantino “Sintesi”. Questi ultimi sono stati inviati per posta e via mail a circa 300 deputati e senatori delle commissioni Ambiente e dei Beni Culturali e a 30 sindaci”.

Nella lettera si chiede l’annullamento della proroga della VIA concessa dai Ministeri della Transizione Economica e della Tutela dei Beni Culturali essendo stata “invalidata” dagli eventi illustrati nello scritto in particolare dal terremoto “innescato” di Strasburgo avvenuto due mesi dopo la data della proroga.

“Dal 2015 il quadro mondiale scientifico – conoscitivo relativo agli impianti geotermici è stato completamente capovolto a causa di nuovi elementi emersi nel corso dei sei anni trascorsi da allora – evidenzia la missiva -. Anche recentemente si sono aggiunti numerosi eventi, fra i quali una serie di sismi a Castel Giorgio, di cui uno nel 2016 di magnitudo 4.1 e ultimamente un terremoto di magnitudo 3.9 avvenuto a Strasburgo il 26 giugno 2021. L’impianto di Strasburgo ha prodotto sismi in parte “indotti”, cioè direttamente dovuti all’attività dell’impianto, e in parte “innescati”. L’ultimo terremoto era “innescato” ed è avvenuto dopo l’approvazione del decreto di proroga della VIA, quindi invalida tale VIA che non prevede terremoti innescati”.

Accanto a questo, l’associazione evidenzia come, in base al principio della precauzione, si dovrebbe tener conto “della sicurezza delle persone e della fragilità sismica dei centri storici caratteristici della civiltà del tufo, nei quali si trovano beni di grandissimo valore tra cui il Duomo di Orvieto, la basilica di Santa Cristina a Bolsena, la Chiesa di San Flaviano a Montefiascone, la chiesa di San Giacomo sull’isola Bisentina, il Chiostro di San Francesco ad Acquapendente. Un terremoto “innescato” nelle strutture tettoniche del graben Siena-Radicofani-Cimino sarebbe catastrofico”.

Non è da dimenticare, inoltre, che è in corso di autorizzazione il Biodistretto Lago di Bolsena al quale hanno aderito venti dei trenta comuni che si oppongono alla geotermia e, non da ultimo, che l’autorizzazione dell’impianto geotermico di Castel Giorgio “aprirebbe la strada a tutti gli altri progetti di geotermia attorno al lago di Bolsena – termina l’associazione Lago di Bolsena – trasformando il territorio in un’area industriale. Da considerare che il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ha affidato alla geotermia un ruolo residuale”.

Prosegue, infine, la raccolta popolare di fondi per raggiungere la cifra utile a sostenere le spese legali contro il ricorso della società dell’impianto pilota geotermico e “per non perdere dieci anni di lotta contro la geotermia attorno al lago di Bolsena – rimarca l’associazione -. Sarebbe compromesso anche il progetto del Biodistretto”. Chiunque volesse contribuire può farlo con un bollettino postale al numero 1054852254 oppure con un bonifico: Iban IT94 Z076 0102 8000 0105 4852 254. Destinatario: Associazione Lago di Bolsena, causale “Contributo spese legali no geotermia”.

Leggi il testo della lettera ai Ministri

Leggi il testo di “Operazione Verità”

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