Giornata della Memoria: la Polizia di Stato ricorda gli orrori sui canali social

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO – Il 27 gennaio è la giornata internazionale della memoria, istituita in Italia nel 2005 per commemorare le vittime dell’Olocausto. Milioni di persone uccise a causa delle leggi razziali ideate dalla follia nazifascista.

In questi giorni anche la Polizia di Stato vuole ricordare gli orrori di quegli anni bui affinché non si ripetano mai più.

L’abominio viene raccontato sui canali social della Polizia di Stato. Per tutta la settimana, le immagini di copertina delle pagine Facebook e Twitter P
olizia di Stato sono dedicate al ricordo delle vittime, con una foto che ne immortala il sacrificio: le Pietre d’inciampo.

A essere narrate sono anche le storie di chi è sopravvissuto a quelle sofferenze e di chi ha aiutato i perseguitati a mettersi in salvo, mettendo a rischio la propria vita.
Fra essi, Giovanni Palatucci, a ricordo del quale a Viterbo è stato piantato un ulivo nel giardino di Porta della Verità, durante lo scorso 10 febbraio 2021 in una solenne cerimonia e che domani sarà ricordato anche dagli alunni della scuola primaria Silvio Canevari, per il progetto dedicato alla Memoria. Un percorso seguito anche dal dott.Luca Bruzziches, che ha illustrato ai ragazzi la storia dei viterbesi deportati e del piccolo salvato da una vicina di casa.
Giovanni Palatucci venne arrestato dai nazisti nel settembre 1944 e deportato in Germania. Le sevizie e le privazioni del campo di sterminio, a Dachau, ne troncarono, alla vigilia della liberazione, la mirabile esistenza. Al suo nome nello Stato di Israele sono state dedicate una via ed una foresta.
In occasione della cerimonia ecumenica giubilare, papa Giovanni Paolo II lo aveva indicato tra i martiri del XX secolo. Il 29 maggio 2009, le Poste Italiane hanno emesso un francobollo commemorativo sulla figura di Palatucci.
Come Palatucci, si ricorda il poliziotto Mario Canessa, riconosciuto Giusto tra le Nazioni, che in servizio alla frontiera con la Svizzera, ha aiutato alcuni ebrei ad attraversare il confine per trovare la salvezza.
Ci furono altri poliziotti che si opposero al nazifascismo e per questo deportati e uccisi nei campi di concentramento. Anche a loro sono dedicate le Pietre d’inciampo. Tra i tanti, il vice commissario aggiunto Filippo Accorinti, la guardia di ps Alberto Babolin, il vice brigadiere Bruno Bodini, l’applicato di ps  Giuseppe Cascio, la guardia di ps Mario Comini, il commissario Antonino D’Angelo, la guardia di ps Anselmo Guido Luigi Pisani, il vice commissario Mario Savino ed il commissario Giuseppe Sgroi. I loro nomi sono ricordati oggi con le pietre d’inciampo posate davanti alla sede della questura dell’epoca di Udine in via Treppo.

Così anche per il commissario Feliciano Ricciardelli e il commissario Camillo Renzi deportati nel 1944 nel campo di concentramento di Dachau.

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