Giovannetti, Più Avignone che Viterbo: ai Pomeriggi touring Valentina Berneschi a tu per tu con il pittore “misterioso”

VITERBO- Molta partecipazione e giustificata curiosità al primo “Pomeriggio Touring” 2023 di ieri (venerdì 27 gennaio) nella sala Assemblee della fondazione Carivit a Viterbo per iniziativa del Touring Club. Valentina Berneschi, storica dell’arte, guida turistica, già direttrice del museo Antonio da  Sangallo alla Rocca dei Papi a Montefiascone, collaboratrice della Soprintendenza  e futura archeologa,  ha disegnato d’un fiato e a tutto tondo l’identikit  del pittore viterbese Matteo Giovannetti attivo soprattutto in Francia intorno alla metà del Trecento tra guerre,  pestilenze, carestie,  povertà e miserie da fare invidia ai giorni d’oggi.

In questo desolante contesto, come del resto tutto il Trecento, il nostro Matteo si fa vedere, notare e apprezzare per le doti artistiche acquisite nelle botteghe umbre e toscane. Soprattutto in quella di Simone Martini considerato uno dei padri della pittura gotica che il “pittore del mistero” (come lo ribattezziamo) riproporrà magistralmente nel palazzo dei Papi di Avignone, coi pontefici in cattività e in grande confusione. Seguirà, tuttavia, stilemi personalizzati soprattutto nei volti di santi e madonne segnati da tratti umani e terragni.

A Viterbo lo hanno visto  un po’ ovunque. Ma a torto. Anche nella Liberatrice della Trinità e, seppure con maggior ragione, nella Crocifissione di Santa Maria Nuova. Ma non è lui, dice la Berneschi,  piuttosto i suoi allievi.  Il vero Matteo è quello di Avignone nelle cappelle di San Marziale e San Giovanni. Allora perché Viterbo non rispolvera quel vecchio proposito anni Cinquanta di avviare un gemellaggio con la cittadina francese? .Anche noi abbiamo ospitato il papato e forse con migliori risultati. La sindaca è avvisata.

Al termine  dell’incontro, grazie alla Fondazione Carivit i presenti hanno potuto toccare cogli occhi e fotografare l’unica opera di Giovannetti certa e conclamata, la tavoletta della Crocifissione custodita a Viterbo dal 1959 anno in cui l’allora presidente della Cassa di Risparmio Vincenzo Ludovisi  l’acquistò come primo contributo di una nascente quadreria che è ora una delle eccellenze della città.

Adesioni ai “Pomeriggi” da parte della locali associazioni Fidapa, Nimpha, Inner Wheel e patrocinio della Fondazione Carivit. Prossimo appuntamento il 28 febbraio. Lo storico dell’arte Fulvio Ricci ci parlerà di Antonio del Massaro detto il Pastura.

Touring Club

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