Giù le mani da Leonardo

di MARCO ZAPPA-

VITERBO – Se avete visto la fiction della Rai su Leonardo da Vinci avete assistito a qualcosa di aberrante. Purtroppo avviene sempre più spesso che quanto proposto dalla televisione debba piegarsi alle esigenze dell’odiens e del Dio quattrino.
Dunque da un lato perché stupirsi?
Il problema è mio lo so, amo così tanto il mondo della cultura che ogni volta, davanti ad una fiction storica, casco nello stesso errore, l’illusione cioè di visualizzare attraverso le immagini quanto studiato e approfondito sui testi nel corso degli anni.
Già, le immagini, hanno un potere incredibile perché in pochi secondi possono dare a un volto, ad un paesaggio o anche ad una situazione la chiarezza che un libro scritto trasmette solamente con molte pagine.
Tornando alla fiction in questione, passi la trama che ricorda un giallo (Dan Brown purtroppo ha fatto scuola) e passino le falsità storiche che già in passato ho messo in evidenza su altre produzioni.
Passi che Leonardo rimanga penzolante con il cappio al collo come un malfattore qualsiasi, se pur per pochi secondi e alla fine riesca a salvare la pellaccia… e qui mi fermo per logica di sintesi.
Ma quella di far apparire un genio come il da Vinci insicuro, privo di riferimenti, incerto sul lavoro, addirittura balbettante nelle situazioni difficili e dominato dall’amore è un’operazione che non mi piace.
Alla fine ne risulta un ritratto inverosimile.
Al contrario, Leonardo era un uomo sicuro di sé, anche se corroso dalla continua fame di conoscenza, capace di sostenere lo sguardo di qualsiasi potente del tempo.
Un “signore”, diremmo oggi, elegante, sempre avanti con i tempi e disinteressato a “perdere tempo” appresso a una gonnella o alla virilità di uomo come, per parità condicio si è deciso di sottolineare nella fiction (e te pareva…).
Alla fine dunque è il pubblico che vince, quello che ama i gialli e le storie d’amore e che della realtà storica se ne frega!
Si cavalchi l’onda del mercato, di ciò che chiede e che vuole per i suoi interessi, pazienza se poi tocca a noi docenti smantellare l’dea che poveri studenti possono farsi della cultura, delle vite di personaggi, delle opere che hanno realizzato.
Un tempo questo modo di stravolgere la realtà storica veniva definito “un’americanata”.
Bene! Anche noi italiani ci siamo adeguati.

 

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