Giubileo 2025 e capitale europea della cultura 2023: occasioni da non perdere

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Viterbo è una città dalle molteplici possibilità di sviluppo ma, purtroppo, come sempre più spesso viene ripetuto, queste potenzialità rimangono inespresse. Il turismo è il settore che, al momento, più di ogni altro, può offrire ampi margini di lavoro e progresso per il nostro territorio.
La Segretaria della Cisl di Viterbo, Elisa Durantini, pochi giorni fa ha espresso, per l’ennesima volta, la preoccupazione di un territorio che registra una natalità al minimo e un crescente numero di giovani che cercano opportunità al di fuori della nostra provincia.
La Fisascat Cisl di Viterbo chiede di non perdere le opportunità che si possono cogliere nell’immediato: il Giubileo del 2025 e la candidatura della Città a capitale europea della cultura 2033.
Il Giubileo del 2025 può rappresentare, per la città e per l’intera provincia, un’enorme possibilità per risolvere le criticità del nostro sistema ricettivo. Non dimentichiamo che Viterbo è una città papale e che può sfruttare, soprattutto per questa occasione, l’appellativo di “Città dei Papi”. Poche le strutture adibite all’attività ricettiva, molte gestite a livello familiare, di piccola impresa, con una visione limitata e che offrono, nella maggior parte dei casi, quello che oggi si chiama lavoro povero, non specializzato, poco professionale, non adatto ad un turismo sempre più esigente, attento ed eco sostenibile.
Numerosi e caratteristici i nostri borghi sparsi nel territorio che si stanno, giorno dopo giorno, spopolando: perché non immaginare un futuro diverso per queste realtà? Perché non attivare una serie di politiche che possano favorire, ad esempio, lo sviluppo degli alberghi diffusi? Questo tipo di attività recettiva ben si presta a paesi, borghi o villaggi dotati di valore artistico, paesaggistico, storico (caratteristiche che abbiamo in abbondanza), attenta ai contenuti di sostenibilità e rispetto dell’ambiente, che può creare un indotto di cui può beneficiare tutta la località.
Vincere la sfida di diventare Capitale Europea della Cultura nel 2033 avrebbe ricadute positive su tutta la provincia, principalmente nel settore turistico/ricettivo. Gli anni che precedono la possibile nomina, però, sono i più importanti per lo sviluppo della città che concorre: lo si è visto, in modo evidente, con Matera 2019. Sono anni di grande fermento, dove si analizzano progetti, investimenti, le nuove idee sulla città, sul suo sviluppo economico e sociale. Gli investimenti che si possono ricevere in questa prima fase sono rilevanti: nel 2009, le città finaliste hanno avuto, per i progetti presentati, fondi per circa 50 milioni di Euro. Analizzando il cammino intrapreso dalle città che in passato hanno ricevuto questo riconoscimento, dobbiamo evidenziare che le istituzioni, la politica, le organizzazioni sindacali, le imprese, i comitati, le associazioni tutte fino ai singoli cittadini hanno saputo fare squadra, si sono confrontati, hanno saputo superare le divergenze e remare insieme per il raggiungimento dell’obiettivo. Sul sito del Ministero della Cultura è riportato, testualmente, che “Il titolo di Capitale europea della cultura è assegnato a città che esemplificano la ricchezza e la diversità della cultura europea. La designazione avviene considerando, in primo luogo, il programma di lavoro che si intende mettere in atto durante l’anno di selezione, volto a valorizzare la molteplicità e la ricchezza delle culture presenti in Europa, a rafforzare i legami culturali che tengono unita l’Europa, a incoraggiare il contatto tra cittadini provenienti da differenti aree europee al fine di favorire la comprensione reciproca e rafforzare la cittadinanza europea”.
Non è difficile capire che occasione unica può rappresentare per la città, per elevare il proprio profilo internazionale, ricevere visibilità, incrementare il turismo locale, dare nuova vitalità alla vita culturale.
La Fisascat Cisl invita, quindi, come già fatto dalla UST Cisl di Viterbo a livello confederale in altre precedenti occasioni, la Provincia, il Comune, i sindacati, le associazioni datoriali, i rappresentanti tutti della società civile ad aprire un tavolo per iniziare un confronto pragmatico su queste imperdibili occasioni. Si può rilanciare finalmente il nostro territorio; evitare il possibile declino a cui sarebbe destinato; evitare che il suo futuro sia solo legato allo smaltimento dei rifiuti o alla crescente diffusione dei pannelli fotovoltaici sulle nostre campagne”.
Segr. Gen.
Fisascat Cisl Viterbo
Guido Calà

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