Giulio Della Rocca: “Alessio Paternesi: come lui non ci saranno più”

VITERBO- Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “Alessio Paternesi: come lui non ci saranno più, la perfetta incarnazione dell’artista oltre che una brava persona. Alto, bello, occhi azzurri e capelli ricci, tantissimi anche in tarda età, affasciante e dal sorriso disarmante. Questo ha fatto si che Alessio Paternesi, l’uomo, ha sempre avuto successo con le donne ed un pochino invidiato dagli uomini. Era comunque impossibile nutrire sentimenti ostili nei suoi confronti. Sempre disponibile, sempre contento di vederti e pronto con uno dei suoi tantissimi ricordi. Era anche vero artista tanto da aver segnato lo scorso secolo. Un uomo con enorme successo internazionale, sia artistico che personale, ma sempre pronto a riceverti in casa o ad accorrere ad una chiamata. Gli voglio molto bene.

L’ultima volta che lo ho incontrato eravamo al bar Centrale di piazza del comune a Viterbo, durante quella che lui stesso chiamava “l’ora d’aria” che la moglie tedesca gli lasciava ogni sabato mattina. Era seduto in compagnia della figlia, Monica. Le mani erano appena tremanti ma gli occhi ancora acuti e vigili. Non c’era mai tempo per i convenevoli: mi ha preso la mano che gli tendevo e con cd6db9e4-71ef-15c4-bda3-c9838ced2c9bfare morbido mi ha fatto sedere.

Era così, sempre capace di coinvolgermi. Nella foto a fianco durante una discussione pubblica sul “Il bello e Viterbo”.

Ci siamo conosciuti negli anni settanta quando abitavamo entrambi a Viterbo a due numeri civici di distanza, via Ciro Menotti 3 e 5. Era bello ma sopratutto distratto in quel tempo. Era si papà e professore all’accademia di belle arti di Viterbo ma il suo destino altrove. Lo aspettavano tantissimi successi che lo hanno portato alle personali a New York o nei set cinematografici ovunque nel pianeta. Per molti artisti è stato il punto di riferimento perché dietro i quadri, le sculture o le grandi opere c’era sempre l’uomo disponibile ed affettuoso. Il gruppo “Incontrando il nostro tempo” formato da R. Sanna, P. Crucili e L. Fondi, lo ha sempre cercato sia per la sua figura di mentore ma sopratutto per il fascino irresistibile che ha continuato ad emanare per sempre. Lo hanno premiato in tutte le maniere possibile e portato ad inaugurazioni e mostre negli ultimi 20 anni, quelli in cui era tornato a Viterbo. Di fatto lo hanno adottato e lui preso loro sotto l’ala protettrice. Riccardo Sanna dice; “come lui non ci saranno più: la perfetta incarnazione dell’artista oltre che una brava persona”

Quando alla IV edizione de la Via degli Artisti al Palazzo papale, abbiamo dato al maestro Sanna il premio “Una vita per l’arte”, glielo ha consegnato il maestro Alessio Paternesi: la loro gioia non poteva essere maggiore.

Tutti scrivono delle sue opere ma a me piaceva lui, il suo carisma costruito sul sorriso e sulla sconfinata umanità. Per i miei gusti era un pochino troppo brontolone verso Viterbo, ma mi piaceva da morire discuterci e fargli ammettere l’amore che lo ha sempre legato alla nostra terra. Con lui se ne va un grosso pezzo del secolo passato. Dobbiamo a lui molto, sia per le opere quasi mai pagate che sono a Viterbo sia per aver contribuito in modo determinante alla nascita del polo museale oggi egregiamente gestito dai “ragazzi” di Archeoares che contano 50.000 visitatori paganti all’anno. Di lui il dottor Gianpaolo Serone, uno dei ragazzi del colle del duomo dice :”Ricorderò per sempre quando, seduti al tavolino di un bar, sorseggiando un caffè, lui parlava e sorrideva. Se ne va un gran signore la cui arte lo ha reso immortale”.

Anche nelle parole del responsabile Archeoares trapela l’umanità del maestro morto. Il suo sorriso e la voglia di stare con noi a sorseggiare un caffè, o visitare una mostra d’arte. Bastava una telefonata al numero di casa, quello con lo 0761, da uomo del XX secolo non ha mai preso il telefonino ma il suo carisma resterà per secoli”.

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