Gubiotto (Confael): “Dimesso da Belcolle senza precisa diagnosi, mi salvano la vita a Terni”

VITERBO- Riceviamo dal segretario provinciale della Cofael, Egidio Gubiotto e pubblichiamo: “Ill.mo Dott. G. Cimarello, attualmente Direttore Sanitario della A.S.L. di Viterbo, Le comunico quanto segue solo per opportuna conoscenza.
Nel 2022 sono stato ricoverato presso il pronto soccorso dell’ospedale di Viterbo, dove mi sono stati eseguiti accertamenti sullo stato di salute, ma dimesso senza una precisa diagnosi. Accertamenti incompleti?
Tornato a casa notavo un costante peggioramento del mio stato di salute, finché ho deciso di “sconfinare” presso la vicina Terni per una visita di medicina interna dal Prof. Gaetano Vaudo che appena esaminati gli accertamenti eseguiti presso l’ospedale di Viterbo in regime di ricovero ed altri effettuati privatamente anche in intramoenia, ha emesso la diagnosi prevedendo un sollecito ricovero, avvenuto sabato 21 gennaio c.a.
Immediatamente sono iniziati ulteriori accertamenti che hanno confermato la diagnosi, accertamenti che avrebbero potuto essere eseguiti anche presso l’ospedale di Viterbo e che avrebbero anticipato la giusta diagnosi che prolungandosi ulteriormente avrebbe causato “morte certa”.
Tale diagnosi ha “messo in moto ” il meccanismo chirurgico” con la cardiochirurgia che è intervenuta rapidamente, salvandomi la vita.
Escludendo la cardiochirurgia, specialità inesistente a Viterbo, la mancanza dei dovuti accertamenti evidenzia la “malasanità viterbese”.
Quanto sopra, senza prolungarmi oltre, per motivarLa ad accertare, con il Suo incarico nella Direzione strategica nella sanità viterbese, ma secondo scienza e coscienza, degli accertamenti da me eseguiti.
Mi corre l’obbligo di ringraziare tutti i professionisti dell’area medica e cardiochirurgica, in primis gli Infermieri e gli O.S.S., senza escludere la collega che con il suo suggerimento di “andare via da Viterbo” mi ha salvato la vita. affettuare indipendentemente dall’età dei pazienti/utenti.
Rendere efficace la sanità, “demolita” nella Regione Lazio quindi a Viterbo è un dovere di tutti, specialmente da parte delle massime autorità sanitarie.
Restando disponibile per un confronto, invio distinti saluti”.

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