I candidati del Polo Progressista della provincia di Viterbo rispondono a Fernando Monfeli, Presidente dell’Asta

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “I candidati del Polo Progressista della provincia di Viterbo rispondono a Fernando Monfeli, Presidente dell’Asta, Associazione di Aziende Agricole della Tuscia viterbese.
Raccogliamo con favore e gratitudine la richiesta rivolta da Fernando Monfeni, presidente dell’associazione viterbese Asta di rendere nota la posizione dei candidati al Consiglio regionale del Lazio, viste le imminenti elezioni amministrative del 12 e 13 febbraio. In qualità di candidati per la lista della circoscrizione di Viterbo per il Polo Progressista a sostegno della candidata alla Presidenza Donatella Bianchi, riteniamo doveroso rispondere ai tanti interrogativi che, non nuovi, necessitano di risposte e di un serio cambio di passo. Prima di ogni cosa, però, ci preme di precisare che la risposta è già contenuta nell’approccio che la nostra lista porta avanti, un approccio di taglio gestionale ed amministrativo, non politico, perché i territori, il nostro soprattutto, ha bisogno di risposte, di attuazioni, di strategie pratiche, non di prospettive a lungo termine.
Come ben sottolinea Fernando Monfeni, infatti, il territorio della Tuscia viterbese ha risentito e risente tutt’ora di una strutturale marginalità, fino all’offuscamento o all’abbandono da parte dell’amministrazione regionale, fagocitata dalle questioni della capitale, nonostante il nostro territorio sia caratterizzato dal settore primario come trainante sia rispetto all’economia che al lavoro. Ciononostante, nessun tentativo di valorizzazione di questa peculiarità ha trovato posto nelle azioni regionali e in un’era in cui la dipendenza alimentare dall’estero ha dimostrato tutta la sua criticità, non si capisce come sia possibile che il settore agricolo continui ad essere considerato il fanalino di coda dell’economia, sempre parametrata su altri settori che però non possono rappresentare tutti i territori regionali, in primis il nostro.

Lo spazio di un articolo non potrà esaurire tutte le domande, molte delle quali impongono una conoscenza profonda dei tanti risvolti che la corilicoltura al centro degli interessi dell’Asta che a sua volta richiede una interlocuzione costante e costruttiva con le aziende del settore. Questo aspetto, quindi, ci permette di sottolineare che il primo passo verso una corretta gestione del settore, come per ogni altro, presupponga una profonda conoscenza e non la pr4esunzione che spesso caratterizzano i discorsi di amministratori locali e politici nazionali, mai disponibili ad accogliere da chi vive direttamente un problema o una questione proposte e soluzioni, preferendo linee teoriche che già sulla carta si manifestano fallimentari.

E’ inevitabile che appaiano provocatorie e sprezzanti delle eccellenze italiane le nuove proposte di ricorrere a “nuovi” prodotti classificati come commestibili, quando le aziende italiane stesse sono soggette ai monopoli internazionali che impongono prezzi e speculano sui costi di produzione, ormai alle stelle.

Su questo, gli agricoltori italiani sono sul sentiero di guerra e a ragione, non soltanto nel nostro territorio. Difendere la qualità dei nostri prodotti, quindi, il potere produttivo e i redditi derivanti dal lavoro agricolo, anche e soprattutto su scala aziendale, diventa un dovere, quando questo settore rappresenta un’eccellenza su scala internazionale. Ma servono interventi strutturali, non assistenziali che mortificano il settore e lo fanno apparire come un peso, non come una risorsa trainante.

Pur tuttavia, anche le cooperative o le formule cooperativistiche hanno mostrato limiti importanti nel passaggio dalla produzione alla commercializzazione, perché costretti ad affidarsi a figure moderne di “sensali” che spesso, tengono sotto ricatto e non di rado acquistano prodotti non italiani dai costi più bassi.
Un esempio similare è costituito dal grano italiano invenduto a vantaggio di granì meno pregiati europei.
Sembra si paghi anche una certa sudditanza verso l’Europa, tradotta in termini politici attuali, in un
sovranismo di facciata che, all’atto pratico, non produce effetti concreti ma raccoglie solo consensi in termini elettorali. La tematica acquista così, sia a livello locale che nazionale, un sapore di farsa dai costi incredibili per gli agricoltori. Servono sobrietà e serietà, ma soprattutto l’umiltà di farsi guidare da chi siamo sicuri ha già risposte alle tante domande, ma finora non ha trovato amministratori capaci di raccoglierle e farne una sintesi con istanze di altra natura, cosa indispensabile in una qualsiasi realtà contemporanea, caratterizzata da complessità e da crisi strutturali.

La regione può essere volano non solo per correre ai ripari e “mettere pezze”, quindi, quando c’è la calamità, con finanziamenti sempre insufficienti e non risolutivi, anche se indispensabili per evitare i
fallimenti, crinale pericoloso su cui si muovono barcollanti molti agricoltori, soprattutto i più piccoli e con meno tutele ma non meno degni di considerazione e di continuare nelle coraggiose attività intraprese. In ultimo, vorremmo pensare al nostro come un territorio trainante, capace di promozione che sconfina sia ad altri territori limitrofi ma anche in altre regioni italiane de europee, ma per fare questo servono innanzi tutto l’attribuzione di dignità economica al settore oltre che la promozione del prodotto specifico e di altri prodotti agricoli d’eccellenza di cui il nostro territorio è pieno ma che non hanno finora ottenuto nessun riconoscimento ufficiale, per ottenere i quali le amministrazioni si devono impegnare in modo diretto, in difesa delle proprie specificità e risorse, facendosi largo in un mondo sempre più ristretto e competitivo.

Sulle scorie nucleari siamo in prima linea, e ci assumiamo l’impegno di vigilare senza sconti o compromessi su un tema che non ammette deroghe, che promette di sventrare il nostro territorio, di snaturarne le potenzialità e le preziosità uniche al mondo, anche sotto il profilo ambientale, archeologico ed artistico.
Siamo disposti ad un “corpo a corpo” contro quei disegni che andranno nella direzione opposta, perché il futuro, l’ecosostenibilità, la qualità della vita non sono giocattoli nelle mani di nessuno, tanto meno di amministratori senza scrupoli ed etica, né le nostre vite, né le vite delle generazioni future”.

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