Ieri… nei nostri ricordi : Alfio Pannega, clochard – gentiluomo e poeta dell’animo. Continuano le sue poesie

di FEDERICO USAI

VITERBO – Continuo a pubblicare sul nostro giornale, due poesie scritte da Alfio Pannega, cosa che farò ogni settimana.   Spero che i nostri lettori continuino ad apprezzare questi ricordi nel nome di uno dei più grandi personaggi della nostra città.

PALANZANA

O montagna che regni maestosa

tra pini castagni e querce secolari

fa che il canto a te intitolato

si venga verso il cielo ad elevare,

e fa che il canto dell’usignolo

si senta ancora per dimostrare

che la natura è ancora bella.

Quando l’autunno viene alle porte

si vedrà una montagna colorata

come se fosse un quadro d’autore.

Io solo me ne vado per il bosco

raccogliendo ghiande, castagne

e qualche fungo che qua e là si trova.

 

 

 

 

 

 

MADRE

O madre che mi tenesti tra le braccia

e pargoletto mi allevasti

non so con quale affetto ricambiarti.

Mi ricordo le ore liete che ho passato

ora non ci sei più

e son rimasto solo e rattristato,

ma penso sempre a te o mamma mia.

Quando vengo al cimitero

e sulla tomba tua metto un fiore,

mi vien da piangere quando ti vedo sulla fotografia.

Al mondo ci sono tanti amici che ti vonno bene

ma di mamma ce n’è una sola.

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