di FEDERICO USAI
VITERBO – Erano i primi di marzo del 1982 e mi stavo per sposare con Marina, conoscevo molto bene Alfio Pannega, molto apprezzato anche da mia mamma. Alfio raccoglieva il cartone in tutta Viterbo e abitava in una piccola casa a Porta Faul che gli era stata concessa dal Comune di Viterbo. Aveva una classe e una cultura che pochi sapevano, ricordava a memoria la Divina Commedia di Dante e l’Orlando Furioso, ma da molti era visto solo come il clochard – gentiluomo che girava per Viterbo, con un carrettino spinto a mano, andando ovunque per raccogliere il cartone seguito dai suoi fidi amici, tanti cuccioli che lui amava accudire. Come detto, conoscevo bene Alfio e lui apprezzava la mia amicizia tanto che accettò di esser aiutato da me e Marina quando cadde da un albero per raccogliere delle noci e si ruppe il piede. Uscito dall’ospedale doveva fare fisioterapia e massaggi al piede rotto, Marina ed io, anche se dovevamo pensare al nostro matrimonio del 28 marzo , lo aiutammo moltissimo. Alfio voleva sempre sdebitarsi e volle regalarci, come dono di nozze, un libretto con alcune sue poesie, infatti Alfio Pannega era anche un grande poeta oltre che esser un grande uomo. Alfio è scomparso oramai da 12 anni, IL 30 aprile del 2010, ma a Viterbo tutti ancora lo ricordano, soprattutto i giovani compagni del centro sociale che negli ultimi anni della sua vita gli sono stati molto vicino. Ho pensato di pubblicare sul nostro giornale, una volta a settimana, due poesie scritte da Alfio Pannega, versi che mi sono stati regalati dal mio sincero amico e che sono stati pubblicati anche dall’Amministrazione Provinciale di Viterbo. Spero che i nostri lettori apprezzino questi ricordi nel nome di uno dei più grandi personaggi della nostra città.
Campagna
Io ti vedo campagna
lunghe distese di terre coltivate
dove passa il trattore e si semina il grano.
Ma questa campagna io la vedo abbandonata
non so se così si può andare avanti.
O terra che tutto ci dai perchè siamo ingrati a te ?
Ma verrà un giorno che a te ritorneremo,
terra che ci dai quel che serve per sostentar la vita.
Dunque battiamoci per questo
e rispettiamo la natura.
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Dialogo
” O amico dopo lungo tempo
ci siamo rincontrati
e ti rivedo stanco e appassito”.
” Poiché anche gli anni passati”
rispose l’altro amico
” ti ricordi i tempi della nostra giovinezza
quando eravamo allegri e spensierati ?
Bastava una cosa da nulla per farci contenti
che bei giorni erano quelli !
Ora tutto è cambiato
anche i capelli si sono imbiancati
e gli anni passano veloci,
contentiamoci di quello che da la vita.
Noi rimpiangiamo una cosa sola
la gioventù non torna più “