“ Ieri …. nei nostri ricordi “. Quando il 16 novembre 1992 in Svezia a Goteborg, Angelo Russo presentava ” Sinfonia d’Archi “

di FEDERICO USAI-

VITERBO – Voglio approfittare oggi della rubrica “ Ieri …. nei nostri ricordi “ per fare una salto nel passato e grazie all’artista Angelo Russo, ideatore della Macchina di S.Rosa – Sinfonia D’Archi, sono volato a 30 anni fa, era il 16 Novembre 1992 e veniva inaugurata in Svezia a Goteborg la mostra di pittura  “Forma e Colore in Sinfonia d’Archi – Opere pittoriche” ed era la replica della esposizione effettuata c/o Chiesa di Sant’ Egidio a Viterbo, dal 7 al 31 Dicembre 1991.

Nel trentennale di questo evento lascio parlare Angelo Russo con le parole pubblicate sulla sua pagina di Facebook, che descrivono in modo dettagliato e preciso uno dei momenti della mia vita trascorsi come giornalista di Tele Viterbo, inviato in Svezia con il suo amico e cameraman Mario Veralli, insieme all’artista Angelo Russo, al Prof. Quirino Galli e al figlio Francesco, fotografo professionista.

( dalla pagina di Facebook di Angelo Russo )

“GOTEBORG – SVEZIA 16 Novembre 1992. 

Spazio Urbano, vita di tutti i giorni e tradizioni in Italia. Oggi è il trentennale di quell’evento.

Questa estate ho fatto un incontro fortuito: ad una mostra a Soriano nel Cimino ho incontrato Francesco Galli, Fotografo in Viterbo. Non lo vedevo esattamente da 30 anni. Eravamo stati nel lontano 1992 insieme in Svezia per una mostra. Una delegazione viterbese capitanata dal Prof. Quirino Galli, papà di Francesco, Francesco stesso, Federico Usai giornalista di Tele Viterbo, il cameramen Mario Veralli e il sottoscritto. 

L’invito era partito dal compianto prof. Francesco Petroselli, viterbese, studioso dei dialetti della Tuscia e docente di Lingua e Letteratura italiana presso l’Università di Göteborg. Lo scopo era far conoscere in Svezia le tradizioni culturali della Tuscia e in particolare la Macchina di S. Rosa. 

Pensavo di non aver nessun ricordo fotografico ( i cellulari erano agli albori) di quella mostra che vedeva coinvolte alcune opere pittoriche dedicate a Sinfonia d’Archi, il bozzetto vincitore del concorso del 1991, oggi conservato presso la sede del Sodalizio dei Facchini, alcune opere fotografiche di Francesco Galli dedicati alla nostra tradizione. La mostra fu allestita nell’atrio della facoltà di architettura. 

Mi sbagliavo, Francesco aveva conservato, sotto forma di diapositive, alcuni scatti, per me una sorpresa e un bene prezioso come ricordo. L’inaugurazione della mostra fu il 16 Novembre 1992. Poi seguirono altri eventi culturali ed in particolari gli interventi presso l’Università del Prof. Quirino Galli, come da programma allegato.

GRAZIE FRANCESCO. Nel frattempo F. Galli è diventato un fotografo di chiara fama. Vedi Link:

https://francescogallistudio.com/About-1

La mostra di pittura si intitolava “Forma e Colore in Sinfonia d’Archi – Opere pittoriche” ed era la replica della esposizione effettuata c/o Chiesa di Sant’ Egidio a Viterbo, dal 7 al 31 Dicembre 1991. Come fiore all’occhiello mi piace ricordare la recensione di Aldo Carotenuto: 

Sinfonia d’archi: archi inizialmente fedeli alla loro funzione di sostegno che poi l’artista scompone in un gioco di rimandi e dissolvenze che ne altera la funzione, trasformandoli in piani di colore proiettati verso il cielo: ne nascono così paesaggi mitici che possiamo leggere come «luoghi interiori». In questi spazi dell’anima ogni particolare assume la valenza del simbolo: così il motivo del rosone che richiama alla mente la struttura del mandala, quel «cerchio magico» della tradizione religiosa orientale che irradia da un centro o vi converge e che rappresenta l’espressione archetipica dell’impulso dell’uomo all’integrazione nell’armonia universale degli elementi. Questi motivi circolari che ci ricordano i «vortici» di Van Gogh, ritornano nella pittura del Russo: sono dense ondate di colore che vorticano su sé stesse come il desiderio dell’uomo verso la sua meta interiore. Similmente significative sono le molteplici scalinate di cui sono disseminati i quadri, sospese, come fossero ponti, su spazi immaginari – scale sante, attraversamenti iniziatici. È facile avvertire in tutto il percorso pittorico la tensione religiosa dell’autore, non solo negli elementi figurativi ma nella scelta e nell’uso del colore, così vicino alle tinte piene della pittura bizantina, e al misticismo magico e innocente di Chagall.

Roma, 28 Novembre 1991 Aldo Carotenuto.

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