Il 14 febbraio è la Giornata Mondiale di Sensibilizzazione sulle Cardiopatie Congenite

di MARINA CIANFARINI –

Il 14 febbraio è culla della più autentica celebrazione del sentimento d’amore e la data in cui si evidenzia l’importanza di un cuore posto a sinistra, dietro il mantello del torace.
Il 14 febbraio ricorre la Giornata Mondiale di Sensibilizzazione sulle Cardiopatie Congenite, giorno in cui si eleva il sacrificio compiuto da bambini in trincea e si ricorda la vicinanza dei loro genitori, posti dietro il filo spinato delle incertezze.

Le cardiopatie congenite sono un gruppo estremamente eterogeneo di patologie caratterizzate da alterazioni strutturali del cuore e dei grossi vasi.

In queste ore viene rimarcata la limpidezza di una normalità conquistata a fatica, dietro gravidanze vissute nell’oblio e travagli a cui nessuno ha restituito la completezza.
Restano voragini mai colmate: un figlio negato a parto concluso e la sua assenza tuonante nelle ore di degenza nel reparto di Maternità; le grida di quei bambini che non erano Lui e l’eco di felicità di madri che apparivano distanti.
Dov’era l’armonia?
Il 14 febbraio è la parentesi in cui viene ricordato il viaggio di un figlio a cui è stato chiesto di essere forte fin dalla venuta al mondo, spronato con carezze lievi e racconti a lieto fine.
La permanenza in Terapia Intensiva è un lasso di tempo che non conosce dimenticanza.
L’attesa dinanzi ad una sala operatoria, una parentesi ancora tangibile.
Le madri in trincea conoscono a menadito il numero delle piastrelle che le hanno distanziate da un figlio, di cui spesso non hanno percepito il profumo per mesi.
Ci si affida ai medici, al tempo e alla speranza.
Ci si affida all’amore, abitante supremo di situazione al limite.
Si prega affinchè quel piccolo e tenace cuore riparta senza ulteriori salite e si disegnano origami di fiabe tra la ragnatela di macchinari in funzione.
Casa è l’orizzonte.
Casa è la meta.
Il 14 febbraio è il tempo in cui è necessario fermarsi ed assistere alla danza di quei bambini che hanno ripreso a vivere, ancor prima che fossero consapevoli di essere al Mondo.
Non una, ma due, tre, dieci battaglie.
Far luce sul cuore di madri che hanno avanzato con la tempesta nel petto, disegnando il possibile ed arrancando in nome di un figlio.
Nate e rinate tra nubi ricorrenti ed acre odore di guerra.

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