Il Canada sbarca a La Quercia (VIDEO)

VITERBO – Non capita tutti i giorni che il Canada, pur essendo casa per circa un milione e mezzo (censimento 2021) di italiani, pensi di venire a vedere cosa riusciamo a fare nel campo minato delle dipendenze da sostanze psicotrope, le droghe. Purtroppo è un tema che sta preoccupando le nazioni, anche per l’insorgenza dell’uso del Fentanyl (antidolorifico 100 volte più potente della morfina) e che in Usa ha già fatto morti per overdose più di 290 al giorno nel 2022 (vedi: Avvenire, settembre 2023). Il Canada è in stato di allerta, in British Columbia e Alberta. E ci si sta rendendo conto che l’Italia non è una isola protetta. Il crimine organizzato non pensa alle persone ma solo ai profitti. Bene (cioè: male!) il 4 di maggio una delegazione della provincia Alberta, del Canada, guidata dal ministro Dan Williams (responsabile per la salute mentale e dipendenze), Mr. Eric Engler, capo del personale del ministro, Mr. Evan Romanow, vice ministro e il Dr. Nathaniel Day, direttore medico, dopo aver visitato la grande San Patrignano, hanno scelto il nostro Centro CeIS (San Crispino) fondato da Don Alberto e dalla diocesi di Viterbo, per avere una idea di comunità Terapeutiche, C.T., che siano di dimensioni gestibili. Il loro intento era non solo informativo ma anche di vedere possibilità di collaborazione e scambio di esperienze. Potete vedere su: “Engaging with international drug policy experts/alberta.ca”. E’ stato un incontro interessantissimo e con persone di livello culturale elevato. Abbiamo anche notato l’estrema gentilezza, interesse e attenzione al bene delle persone. Il CeIS de La Quercia era rappresentato da: don Alberto, Dario Cuccodoro (Presidente Amministrazione), dr. Aleandro Iacovelli (Direttore terapeutico), Gabriele Petti, general manager contabilità e servizi, la giornalista Mariella Zadro. Ero presente anche io come interprete e amico dei canadesi. Già era stato da noi in visita lo scorso anno il ministro Dr. Michael Tibollo (provincia dell’Ontario) che aveva visitato soprattutto il Campus dr. Felli, per la doppia diagnosi, sempre legato al CeIS.

Per curiosità la provincia (per noi sarebbe la regione) dell’Alberta è grande due volte l’Italia con 4 milioni e mezzo di abitanti. Per le dipendenze e salute mentale hanno messo in bilancio un miliardo e mezzo di dollari canadesi. La provincia ricca di prodotti agricoli, bestiame (3 milioni di capi bovini) e petrolio. Non parlo della bellezza naturale che fa restare senza fiato. Ci sono anche italiani, a Edmonton e Calgary, circa 68mila (il 2,30%), mentre a Toronto e dintorni sono circa 700mila. La ragione del loro interesse per le esperienze in Italia è l’approccio filosofico e metodologico che mette in primo piano la persona e i suoi destini, non solo i disagi del corpo e i danni alla società, pur importanti.

Non saranno i farmaci a risolvere il problema della dipendenza né il carcere. Il grande Muccioli Vincenzo e don Mario Picchi (fondatore del CeIS in Italia con il suo “Progetto Uomo”) cercavano di guardare la persona dietro il disagio e non affidarsi solo alle case farmaceutiche (importanti, ma che da sole non risolvono i problemi). Serve una cultura fondata sui destini della persona che deve avvolgerci tutti, anche le famiglie. Queste debbono imparare a come gestire i problemi sin dai primi sintomi. Anche io che scrivo questo articolo non sono digiuno di questa esperienza di lavoro e ho lavori scritti in Inglese e Italiano che sono nati dalla esperienza, non solo da studi o libri scritti da altri. Grato è il nostro pensiero per la visita dal Canada e ho scritto alla premier, Dr. Danielle Smith, per ringraziarla del grande onore che ci ha fatto. Termino dicendo che la delegazione è restata affascinata dalla bellezza del Santuario de La Quercia e dalla città di Viterbo vestita a festa come per un giorno di nozze.

Don Gianni Carparelli

Foto e video di MARIELLA ZADRO

 

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