Il cartellone “Off” della stagione teatrale del Mancinelli porta in scena la satira con lo spettacolo “Scemo profeta in patria. La lingua batte dove il satiro vuole” di Gianluca Foresi

ORVIETO – Dopo lo spettacolo Ben. Animali in cattività con Riccardo Pieretti andato in scena a fine febbraio, il Ridotto del Teatro Mancinelli si apre di nuovo al pubblico Sabato 16 (ore 21) e domenica 17 aprile (ore 17), per “Scemo profeta in patria. La lingua batte dove il satiro vuole” monologo satirico di e con Gianluca Foresi nell’ambito della rassegna “Off” della stagione teatrale dedicata agli attori locali (a maggio, sarà la volta di “Sempre fiori mai un fioraio” omaggio a Paolo Poli di Pino Strabioli).
In un periodo di sconvolgimenti e cambiamenti, di perdita di sicurezza e di riferimenti ognuno tenta di proteggersi con gli strumenti che più gli sono congeniali. Per Gianluca Foresi è la satira, il cui obiettivo primario è quello di suscitare una riflessione e provocare uno scarto netto fra la realtà e quello che dovrebbe essere. “In molti si sono cimentati nel genere, chi sotto mentite spoglie, chi sotto una veste più filosofica e moraleggiante: pensiamo a Dante Alighieri, che ha utilizzato la poesia, la forma letteraria forse più lontana dalla satira, per mettere in evidenza e criticare costumi, modi di essere e personaggi della sua epoca – afferma l’autore – lo ha fatto anche attraverso una rappresentazione teatrale, la commedia, che ha al suo interno degli elementi comici, perché il comico non è sempre e soltanto il divertente, è anche vedere la realtà da un angolo visuale diverso. Oggi la satira è un contenitore, è una forma, ma è anche un modo d’essere e di tentare di intervenire in qualche modo sulla realtà sociale, culturale, intellettuale, e politica; lo fa con strumenti che compendiano quelli del passato, aggiungendone di nuovi. Oltre alla funzione didattica, all’istituzione di una propria morale, oltre a far ridere, la satira contemporanea aggiunge l’elemento del politicamente scorretto e mette tutti sullo stesso piano. Senza questo elemento, senza la sua scorrettezza, la satira si svuoterebbe, perdendo il suo ruolo alto e altro: entrerebbe a far parte del sistema, mentre la sua natura è quella di essere a-sistemica”.
Il primo a subire l’effetto della satira è il satiro stesso, che in questo caso da “Nemo profeta in patria” diventa “Scemo profeta in patria”. Lo spettacolo, prodotto da EstroVersi, attraversa questi tempi difficili ma non tralasca di attingere a fatti, eventi, e notizie che hanno caratterizzato la storia passata, anche remota, come lo spazio dedicato al Sommo Poeta toscano nella ricorrenza dei 700 anni della morte. Restando nel presente, la satira di Gianluca Foresi prende spunto da notizie, verificate nella loro veridicità, che riguardano politica, religione, cronaca, e che vengono affrontate con sarcasmo, corrosività e con un pizzico di quel politicamente scorretto che le rende esplosive: in negativo e in positivo. Il tutto senza perdere però l’eleganza verbale e il rispetto implicito per quello che è il bersaglio di turno. Nello spettacolo non sempre il pensiero dell’autore coincide con quello della battuta che diventa il pretesto per mettere in evidenza quello che la notizia ha fatto dimenticare o quello che altre persone potrebbero davvero aver pensato. Nello spettacolo, l’autore non perde però la consueta verve istrionica e soprattutto la capacità di improvvisare e di creare momenti estemporanei: come sempre il pubblico è una parte importante e attiva dello spettacolo.

 

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