“Il Codice Rosso: strumento di tutela di donne e soggetti deboli che subiscono violenza per atti persecutori e maltrattamenti”,svolto il corso di formazione

VITERBO – “Il Codice Rosso” (legge n.69/2019): strumento di tutela di donne e soggetti deboli che subiscono violenza per atti persecutori e maltrattamenti”: il corso di formazione del Centro per gli Studi Criminologici di Viterbo, valido per il rilascio di 5 crediti formativi deontologici dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, ha chiarito la stretta attualità legislativa in tema di azioni rilevanti contro la violenza domestica e su chi ha meno possibilità di difendersi.

Nella suggestiva location storico-artistica della Sala Assemblee di Palazzo Brugiotti della Fondazione Carivit a Viterbo  si è svolto, infatti, il terzo evento formativo in presenza del Csc Viterbo, presieduto da Marcello Cevoli, dopo il corso del 30 maggio scorso su “Le implicazioni giornalistiche della connessione tra la tutela ambientale e la cura della salute pubblica. Il caso della Tuscia” , tenutosi nella medesima sede.

Relatori dell’incontro sono stati gli esperti Avv. Fabrizio Ballarini (Avvocato Penalista, già Segretario della Camera Penale di Viterbo, docente di diritto e procedura penale presso la Scuola Forense dell’Ordine degli avvocati di Viterbo – Presidente del Comitato Scientifico della SAG del Centro per gli Studi Criminologici )  e Avv. Claudio Mariani (Dir. Area  di Criminologia e sociologia delle devianze del Csc Viterbo, membro della Commissione Diocesana per la Tutela dei minori e delle persone vulnerabili, già Assistente presso la cattedra di Medicina Criminologica e Psichiatria Forense alla Sapienza di Roma).  A moderare i giornalisti Dr. Gaetano Alaimo (Direttore Area Giornalismo Csc Viterbo) e Dr. Stefano Stefanini.

Nella sua relazione l’Avv. Fabrizio Ballarini ha chiarito sia la ratio che le applicazioni concrete del “Codice Rosso”, spiegando tra i tanti altri fatti anche che “i principi ispiratori del pacchetto di provvedimenti del Legislatore sono stati la tempestività e l’adeguatezza degli interventi e la formazione degli addetti ai lavori. E’ stata ratificata anche in Italia la Convenzione di Istanbul nel 2013 e, nel 2012, l’Unione Europea ha introdotto con una Direttiva il primo concetto giuridico sulla violenza di genere. Tutto ciò ha portato all’aggravamento delle pene, la sospensione condizionale della pena in caso di percorso di recupero autorizzato, alla nascita dell’istituto dell’ammonimento del Questore ed a nuove fattispecie di reato. Il Csc Viterbo è l’unico Ente autorizzato nella provincia di Viterbo a svolgere questi percorsi di recupero e ricordo il protocollo tra Csc e Questura di Viterbo nato proprio per questa finalità. Nella Tuscia serve lavorare molto perché solo una parte poco rilevante di chi ne avrebbe la possibilità ricorre a questi corsi di recupero che, spesso, sono l’unica alternativa per una reale abilitazione”.

Di grande impatto è stato anche l’intervento-fiume dell’Avv. Claudio Mariani, che da anni è impegnato nel lavoro “sul campo” in tema di maltrattamenti domestici e recupero dei soggetti maltrattanti.
“Bisogna lavorare soprattutto per la prevenzione, oggi ci si muove solo nel momento del problema mediante quello che io definirei un rituale anestetizzante. L’effetto sanzionatorio e sanitario non sempre sono i migliori deterrenti per l’accadimento ed il ripetersi di tante tragedie. Lo stupratore, ad esempio, può essere categorizzato in profili di compensazione, rabbia, potere e sadismo, si tratta di un tema molto complesso con danni primari, secondari e terziari. Se non si lavora sulla prevenzione ponendoci, in caso di reato, domande sui perché siano avvenuti tali fatti non si raggiunge, spesso, nessun recupero di chi maltratta. Le statistiche ci dicono che nel 52% dei casi di femminicidi avviene anche il suicidio dell’autore e, questo, già basta a comprendere l’importanza di intervenire preventivamente e culturalmente per evitare tali tragedie. Il Csc Viterbo è l’Ente autorizzato a farlo mediante le proprie strutture ed i propri docenti”.

I giornalisti Dr. Gaetano Alaimo e Dr. Stefano Stefanini hanno moderato le relazioni e gli interventi dei giornalisti in sala che hanno posto precise domande per approfondire e conoscere più nel dettaglio le prescrizioni ed il dettame legislativo del “Codice Rosso”, purtroppo oggi di stretta attualità giornalistica quotidiana. L’urgenza di tali situazioni è stata, tra l’altro, un altro motivo della scelta del Centro per gli Studi Criminologici di Viterbo di organizzare questo corso valido per i crediti deontologici del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Informare e formare, infatti, sono diventati imprescindibili non solo a livello culturale ma per rendere consapevoli i cittadini più deboli e prevenire i reati di maltrattamento e rischi di omicidi violenti.

Il Csc Viterbo ringrazia il presidente di Fondazione Carivit Dr. Luigi Pasqualetti ed il personale della Fondazione Carivit per la cortesia e la disponibilità mostrata nella fase organizzativa dell’evento.

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