“Il coraggio è avere una visione e portarla a termine”. Eccezionale la prima serata di Ombre Festival con il procuratore Nicola Gratteri (VIDEO)

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO – In una piazza San Lorenzo completamente piena, questa sera, 20 luglio, ha preso avvio il Festival Ombre. Dopo il taglio del nastro e le prime due presentazioni di libri a piazza San Lorenzo e del Gesù, il questore Fausto Vinci e Alessandro Maurizi hanno presentato, davanti al Palazzo Papale, alle ore 21,30, l’ospite atteso e previsto dal programma: Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro.
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“È il mio 22esimo libro, questo che presento” ha esordito il procuratore.
Presenti, fra gli altri, il vice prefetto dott. Andrea Nino Caputo, il ten. colonnello dei Carabinieri Guglielmo Trombetta, il capitano Felice Bucalo, la sindaca Chiara Frontini, il pm Chiara Capezzuto, il presidente dell’associazione 19 luglio Carlo Maria Scipio,
il ten col. Filomena Pisaniello della Guardia di Finanza, rappresentanti della Polizia e dell’amministrazione comunale. Ma soprattutto presente la gente. Il popolo viterbese ha assistito in silenzio, con concentrazione, ai discorsi del dott. Gratteri.

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Il Procuratore ha fatto un excursus storico per far comprendere meglio la struttura della mafia e avere una visione più chiara del modo in cui opera; ha approfondito il suo ruolo e il suo adeguarsi alla società.
“Perchè c’è bisogno di mafia? – si è chiesto il Procuratore – Perchè le mafie non sono un corpo estraneo: esse mutano col mutare della società; le mafie interagiscono con la popolazione, vogliono gestire il potere, ma non devono solo terrorizzare; le mafie hanno rapporti col potere politico, economico e hanno bisogno di pubblicità.”. Gratteri ha risposto alle domande poste dal presidente di Ombre Festival Alessandro Maurizi e dal Questore Fausto Vinci in modo chiaro ed estremamente interessante. “I mafiosi vogliono entrare nella stanza dei bottoni.
Persino il calcio o una processione possono essere soggette alla mafia. Abbiamo chiese ristrutturate dalla ‘ndrangheta o banchi interni ai luoghi di culto fatti sistemare dai capi. Durante il covid, mentre i politici in TV facevano i virologi, la mafia aiutava chi aveva necessità. Le rivoluzioni si fanno con la pancia, sono dettate dalla fame. Le mafie oggi sono più forti di prima perchè più ricche”.

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Poi ha aggiunto:”Il crimine apre e chiude le strutture della ‘ndrangheta. In qualsiasi parte del mondo si trova ha le stesse regole.
Il coraggio non è uccidere, ma avere una strategia ed essere coerente a questa. Se il coraggio fosse sangue, il mare sarebbe rosso. Il coraggio è avere una visione e portarla a termine. La ‘ndrangheta non vende cocaina al dettaglio, ma all’ingrosso.”. Gratteri ha raccontato aneddoti e curiosità sulla ‘ndrangheta, sulla guerra in Ucraina, sulle armi, persino su quelle usa e getta, “nessuno sta pensando di mettere un GPS sulle armi, che sono più forti di un bazuka. I mafiosi sono codardi: sono scappati dall’Ucraina. Quando terminerà la guerra in Ucraina, ci sarà la vendita delle armi, che saranno comprate dalle mafie al mercato nero. Se queste armi venissero in Italia, sarebbe difficile capire come saranno usate. Bisognerebbe quindi seguirne la tracciabilità.”
Ha poi parlato dell’abbattimento dell’etica e della morale in Occidente, delle multinazionali capaci di “somministrare” un pensiero unico consumistico, lontano da valori, dibattiti e cultura.
Una società così è più facilmente raggiungibile dalle mafie, perchè le persone, anche professionisti, in nome del denaro, sono più soggette a cadere in mano agli ‘ndranghetisti.

“Non c’è più rossore e vergogna: i figli dei mafiosi vanno a scuola con quelli dei professionisti.”

Ha poi parlato della “santa”; inizialmente c’erano 33 ‘ndranghisti e poi dopo sono cresciuti, insieme alle logge massoniche deviate con professionisti, forze dell’ordine e qualche magistrato.

“La ‘ndrangheta non ha aderito allo stragismo, perchè, attraverso la Santa, aveva contatti con le istituzioni.”
“Non è però la nostra una lotta impari – ha evidenziato il procuratore – è necessaria tuttavia una volontà collettiva per cercare di contenere gli effetti della criminalità organizzata. L’unica produzione che si potrebbe sconfiggere è quella della cocaina. Nella parte finale del libro si parla anche di questo. Se avessimo un Onu forte e sovranazionale, forse si potrebbe bloccarne la produzione. La ‘ndrangheta ha già tanta moneta elettronica e assume hacker”.
Infine, Gratteri ha parlato della sua visione di Europa federale, della privacy, di riciclaggio, dell’importanza dell’uso di sistemi informatici nella lotta alle mafie.
“Io voglio un popolo che contesti in modo democratico” ha concluso fra gli applausi “Stiamo lasciando ai figli un Paese più brutto di come lo abbiamo trovato”.

Tanti i libri venduti ed eccezionale l’interesse mostrato dal pubblico in questa prima serata di Ombre Festival.

 

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