Il declino demografico colpisce la Tuscia: meno giovani lavoratori nella provincia di Viterbo

di REDAZIONE-

VITERBO- Un recente studio condotto dalla Cgia di Mestre ha rivelato un preoccupante calo della popolazione giovanile nella provincia di Viterbo, confermando una tendenza allarmante a livello nazionale. Questa fascia di età, compresa tra i 15 e i 34 anni, è tradizionalmente considerata la più produttiva nel mondo del lavoro.

L’Italia sta affrontando una grave crisi di denatalità, con una diminuzione di quasi un milione di giovani in questa fascia d’età nel decennio tra il 2013 e il 2023, corrispondente a un calo del 7,4% a livello nazionale. Tuttavia, la provincia di Viterbo ha registrato un calo molto più pronunciato, con una diminuzione del 14,1%, il doppio rispetto alla media nazionale.

Nel 2013, nella Tuscia, c’erano 68.013 giovani sotto i 34 anni, ma nel 2019 erano già scesi a 61.429 e nel 2023 il numero è ulteriormente diminuito a 58.455. In altre parole, in dieci anni, la provincia ha perso quasi diecimila giovani, pari al 14,1% della popolazione giovanile.

Secondo la Cgia di Mestre, questa contrazione della popolazione giovanile ha colpito in modo particolare il Mezzogiorno, con una diminuzione del 15,1% in questa regione geografica. Al Centro, la diminuzione è stata del 6,6%, mentre al Nordovest e al Nordest la flessione è stata molto meno marcata, rispettivamente dello 0,5% e dell’1%.

In confronto alla media del centro Italia e della regione, la diminuzione nella Tuscia è più elevata (7%). Tra le province del Lazio, solo Frosinone ha registrato una diminuzione ancora più significativa, con un calo del 19% dei giovani tra il 2013 e il 2023. Altri luoghi, come Roma (-4,2%), Latina (-9,6%) e Rieti (-12%), hanno registrato cali meno pronunciati.

A livello provinciale in Italia, si nota un vero e proprio declino demografico nella Sud Sardegna, con una diminuzione del 26,9%. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni positive a questa tendenza. “In controtendenza”, spiegano dalla Cgia di Mestre, “solo una dozzina di province. Le più virtuose sono state Trieste con un aumento del 7,9%, Bologna con un +7,5% e Milano con un +7,3%”.

Questi dati evidenziano la necessità di affrontare con urgenza il problema della denatalità e del calo della popolazione giovanile, poiché ciò potrebbe avere conseguenze significative sul futuro sociale ed economico dell’Italia e delle sue regioni.

 

 

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