Università Unimarconi

Il discorso del comandante provinciale dei Carabinieri di Viterbo

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo il discorso del comandante provinciale dei Carabinieri di Viterbo, Andrea Antonazzo: “A nome dei circa 700 Carabinieri della Provincia di Viterbo, la cui voce oggi ho il compito di trasmettere, porgo a tutti un sentito e caloroso benvenuto alla cerimonia che segna il 208° anniversario dell’Arma dei Carabinieri.
Rivolgo innanzitutto un ringraziamento al signor Prefetto, il dott. Antonio Cananà, che ha appena passato in rassegna il reparto schierato e a S.E. il Vescovo Lino Fumagalli. Siamo onorati di poter contare sulla vicinanza del rappresentante del Governo e della chiesa cattolica, cui siamo legati da solide radici culturali poderosamente ancorate a questo territorio e a questa gente.
Al Commissario Prefettizio al Comune di Viterbo, il prefetto Antonella Scolamiero rivolgiamo un grato saluto per averci concesso per la nostra cerimonia questa splendida piazza, centro della città e ricercata cornice istituzionale – all’ombra di Prefettura e Comune. Una ideale centralità dei cittadini sottolineata dalla presenza dei sindaci nei cui Comuni hanno sede le 5 Compagnie.  I Carabinieri del Territorio, Civita Castellana, Montefiascone, Ronciglione e Tuscania, oltre a Viterbo.
Saluto i nostri rappresentati in Parlamento, il che oggi testimoniano, con la loro presenza, l’attenzione al territorio al quale apparteniamo.
Salutiamo i colleghi delle altre Forze di Polizia, il Questore, dott. Giancarlo Sant’Elia, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Col. Andrea Pecorari, il Comandante della Polizia Locale di Viterbo, il dott. Mauro Vinciotti e il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, l’ing. Franco Feliziani che ci ha dato l’opportunità di assistere al bellissimo raduno nazionale appena conclusosi. Da oltre quarant’anni il modello di coordinamento è la casa comune che, sotto la guida del prefetto,
rende le Forze di Polizia interpreti sul territorio dell’indirizzo del Ministro dell’Interno.
Un saluto militare lo rivolgiamo ai colleghi delle altre forze armate, i Comandanti dell’Aviazione e della Scuola Sottufficiali dell’Esercito, i Gen.D. Andrea Di Stasio e Alberto Vezzoli, forza armata cui ci sentiamo fieramente e geneticamente legati, e al comandante della Scuola Marescialli dell’Aeronautica Militare, Col. Sandro Cascino. Ringraziamo inoltre il Gen.D. Di Stasio anche per il supporto, non scontato, che ci ha permesso di organizzare questa cerimonia.
La nostra storia quotidiana, ma anche la presenza in un angolo di questa piazza dell’Autoemoteca e dell’Ambulanza, è il motivo per cui, nel ringraziare i presidenti provinciali dell’Avis e della Croce Rossa Italiana, vogliamo esprimere vicinanza a tutto il mondo del volontariato, al quale facciamo spesso ricorso e a cui ci lega la comune, sentita, attenzione alle esigenze del cittadino e al bene comune.
Salutiamo la Dottoressa Daniela Donetti, direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Viterbo, una voce amica alla quale ci rivolgiamo con insospettabile frequenza per risolvere i problemi sanitari che affliggono, sia i cittadini che a noi si rivolgono, sia, talvolta, il nostro personale.
A suor Francesca e alle sorelle alcantarine rivolgiamo un pensiero affettuoso e, per loro tramite, una preghiera vogliamo rivolgerla  Santa Rosa, proprio a lei tutti facciamo affidamento per tornare,
finalmente, a celebrarla solennemente a settembre.
Lo sguardo è rivolto al futuro nel ringraziare i colleghi in congedo e i simpatizzanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Nazionale Forestali. Oggi ci troviamo su un sentiero che loro hanno già calpestato, sulla loro esperienza facciamo affidamento.
Un saluto lo indirizzo, riconoscente, alle famiglie dei militari – alle nostre famiglie – che ogni giorno ci ricordano lo scopo del nostro impegno e danno un senso intimo e rassicurante al concetto di bene comune. Un abbraccio, ancor più sentito, lo devo inoltre alle famiglie dei colleghi che oggi non sono qui con noi a festeggiare, perché non ci sono più, e all’Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri, prezioso scrigno di solidarietà diffusa che si prende amorevolmente cura di chi ha perso un genitore con gli alamari.
Vi chiediamo, nel modo migliore che noi militari conosciamo, un momento solenne per ricordarli tutti con le note del “Silenzio”.
Il lungo elenco di saluti, non completo e mi scuso per quanti non ho citato per mera scarsità di tempo, ma non certamente per minore attenzione, sottolinea la bella sinergia che nella nostra Provincia esiste tra le Istituzioni, testimoniata dalla capacità di relazionarsi reciprocamente in modo efficace, competente e sempre orientato al bene comune.
Decisamente un valore aggiunto per i cittadini. Nel salutare il Presidente del Tribunale, il dott. Eugenio Maria Turco, e il Procuratore della Repubblica di Viterbo, il dott. Paolo Auriemma, sotto la cui guida umana e professionale sono stati condotti sforzi coordinati ed efficaci nelle indagini di Polizia Giudiziaria, colgo l’occasione per ricordare, tra le molte attività: − quella che nell’estate del 2019 ha consentito l’arresto di un sodalizio di cittadini cileni, gravitanti ad Ostia, che avevano consumato, a Viterbo, Civita Castellana, Blera e Vetralla, una rapina e diversi furti in abitazione;
− le attività che hanno consentito di far luce sulla rapina consumata, nel luglio 2020, nell’abitazione di un’anziana donna alla quale era stata sottratta una rilevante somma di denaro;
− quelle conclusesi con l’arresto di due persone residenti nella provincia di Roma che, nella prima metà del 2021, avevano commesso una rapina e una serie di furti in diverse abitazioni del viterbese e della capitale;
− quella che ha portato all’arresto delle sette persone autrici della rapina perpetrata nel novembre del 2020 all’ufficio postale di Canino. Si tratta di un’attività d’indagine condotta in perfetta sinergia con la Polizia Stradale di Viterbo;
− la recente individuazione, in collaborazione con la Polizia Penitenzia di Viterbo, di alcuni degli autori dell’assalto armato al portavalori compiuto nel 2016, quando venne asportato un bottino di oltre un milione di euro.
Il numero complessivo dei delitti per i quali procede l’Arma, pari all’84% di quelli denunciati, è stato nel 2021 inferiore a quello del 2019, ultimo anno pre-pandemico, a testimoniare una sempre migliore vivibilità del nostro territorio.
Ciononostante, prevenire i reati prima che essi siano commessi, rimane il nostro principale obiettivo. Lo dobbiamo ai cittadini quale nostro qualificato contributo al bene comune.
La scarsa dimestichezza degli utenti del WEB che hanno mosso, solo nell’ultimo periodo, i loro primi passi nel mondo virtuale è alla base un’attenzione particolare avendo registrato, nell’ultimo biennio, un aumento delle frodi informatiche. Per questo abbiamo iniziato a “pattugliare” anche la rete con strumenti e capacità nuove alle quali il nostro personale viene progressivamente specializzato.
Soprattutto è particolare la nostra cura nel tutelare le vittime di un’altra – più subdola ed inaccettabile – forma di violenza, quell di genere. Abbiamo potuto contare, negli ultimi 3 anni, sulla
nuova normativa, la L. 19 luglio 2019, n. 69, che ha istituito il cd. “Codice Rosso”, che ci ha fornito strumenti più moderni ed efficaci da affiancare alla capacità di ascolto – rassicurante e professionale – delle 56 Stazioni dei Carabinieri della nostra Provincia, supportate, in questo delicato settore, dai militari specializzati del Nucleo Investigativo facenti parte della Rete nazionale di monitoraggio per la violenza di genere. Proprio in questo ambito, come dicevo, siamo da tempo attenti alle esigenze
delle vittime, la tutela delle quali è una priorità, cui sono da ricondurre la garanzia del massimo riserbo sulle questioni trattate – mai oggetto di comunicati stampa – e la fruttuosa collaborazione
con:
− il centro antiviolenza “Penelope” di Viterbo;
− l’associazione “Soroptimist International” che, recentemente, continuando nel solco della collaborazione con l’Arma, ha potenziato la dotazione tecnologica della “stanza tutta per sé” presente presso il Comando Provinciale di Viterbo e destinata all’audizione protetta delle vittime vulnerabili;
− lo “Sportello vittime di Reato” che ha sede presso la Provincia;
− l’associazione “Spazio Supporto Donna” di Oriolo Romano e − l’ASL di Viterbo, con la quale, è stato recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa interistituzionale per la realizzazione di azioni condivise a tutela delle vittime.
Solo nel 2021 i casi di codice rosso che abbiamo perseguito sono stati 342, tra questi ricordo il caso di una giovanissima ragazza straniera venduta ad un sodalizio, dedito tra l’altro allo spaccio di stupefacenti, che l’ha avviata alla prostituzione nella periferia romana, unico luogo che alla ragazza era consentito frequentare.
L’attenzione dell’Arma per le fasce deboli non si esaurisce nell’ambito della violenza di genere, rivolgiamo il nostro impegno istituzionale anche verso i soggetti che vengono sistematicamente
sfruttati e che spesso, per le loro vicissitudini personali, vivono ai margini della società. Mi riferisco al contrasto al deprecabile fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori. Il Comando Provinciale, con il supporto specialistico dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e della Direzione Territoriale del Lavoro di Viterbo, lo ha posto, da tempo, tra i prioritari obiettivi da perseguire. Grazie anche a strumenti normativi innovativi, lo scorso anno, nell’ambito di un’indagine svolta da reparti dipendenti e dal N.I.L. a seguito del rinvenimento del cadavere di operaio straniero, oltre ad eseguire su delega dell’A.G. un provvedimento restrittivo nei confronti dei titolari di un gruppo di aziende dedite nella pastorizia, è stato applicato, per la prima volta a Viterbo, in luogo di un sequestro che avrebbe compromesso l’attività imprenditoriale, l’istituto del “controllo
giudiziario” delle aziende che, secondo l’ipotesi investigativa, occupavano alle proprie dipendenze numerosi stranieri in condizioni di grave sfruttamento. Il “controllo giudiziario” ha perseguito il duplice obiettivo di eliminare la situazione di irregolarità delle condizioni lavorative degli operai e di mantenere inalterati i livelli occupazioni ed il valore economico del complesso aziendale.
Il lavoro oggetto di attenzioni da parte dell’Arma sotto molti punti di vista. Infatti, la crescente incidenza del fenomeno degli infortuni sul lavoro, che non ha risparmiato la nostra Provincia, ha reso necessario intensificare le attività di verifica delle misure di sicurezza negli ambienti di lavoro, con particolare riferimento ai cantieri edili, tenuto conto anche dell’incremento delle attività nel settore che beneficia di misure governative di sostegno. In tale quadro, il Comando Generale dell’Arma, fin dallo scorso anno, ha disposto una mirata campagna di controlli svolti attraverso squadre congiunte composte da militari delle Stazioni Carabinieri, dei Nuclei Ispettorato del Lavoro, supportati dagli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro di Viterbo, e dalle Stazioni Carabinieri Forestali. I controlli, svolti in maniera sistematica sul territorio provinciale, perseguono anche la finalità di tutela ambientale, attraverso accertamenti sulla filiera dello smaltimento dei rifiuti prodotti, e di approfondimento informativo sugli operatori economici impegnati nella realizzazione dei lavori per verificare eventuali infiltrazioni criminali.
Su quest’ultimo punto volevo soffermarmi. Il nostro territorio, la Tuscia, ha attirato in passato le attenzioni della criminalità organizzata, motivo per il quale l’Arma è sempre vigile, pronta ad intercettare ogni possibile tentativo di infiltrazione e all’occorrenza intervenire in maniera risolutiva, attitudine testimoniata, tra l’altro, dell’arresto di quattro stranieri, operato alla fine del 2019 a Tuscania, che, agendo anche in nome e per conto di alcuni soggetti facenti capo ad un’associazione mafiosa autoctona – ma con collegamenti con la ‘ndrangheta – avevano tentato di estorcere denaro a un ristoratore del posto.
L’impegno operativo delle Stazioni Carabinieri e del N.I.L. è stato caratterizzato, nel 2021, anche dalla verifica della posizione di 1.055 percettori del Reddito di Cittadinanza; di questi, 239 sono
state deferiti all’A.G. per indebita percezione del beneficio, per ammontare di redditi illegalmente percepiti pari a 1.513.000 euro.
Dal 2017, grazie ai colleghi della forestale, siamo anche la pi grande polizia ambientale d’Europa. Il nostro territorio, fatto di colture di pregio e prodotti riconosciuti quali eccellenze, è fragile ed ha bisogno di grande attenzione. All’azione della specialità, fortemente radicata sul territorio tramite il Gruppo che conta 1311 Stazioni Carabinieri Forestali, deve affiancarsi – ed è un auspicio – una sensibilità crescente da parte dei cittadini chiamati ad adottare comportamenti rispettosi e responsabili.
Oltre ai Forestali e al Nucleo Tutela del Lavoro, a Viterbo, è presente il NAS – Nucleo Antisofisticazioni e Sanità – cui è affidato il non facile compito di vigilare sulla salute pubblica,
impegno che ha assunto ancor maggiore rilievo durante il lungo periodo di limitazioni imposte dalle autorità governative per il contenimento della pandemia, e che nel dispositivo provinciale dell’Arma dei Carabinieri rappresenta un’eccellenza orientata alla tutela di una particolare forma di bene comune: la salute appunto.
Siamo consapevoli tuttavia che l’ambizioso obiettivo del bene comune si raggiunge solo appagando il grande bisogno di legalità che ci giunge dai cittadini, tema che riveste un ruolo centrale nell’interazione dell’Arma dei Carabinieri con i giovani, specialmente nell’ambito scolastico. Quest’anno, grazie:
− al protocollo di intesa con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito del quale è stata realizzata la campagna sulla cultura della legalità,
− alla campagna promossa dall’ASL di Viterbo #LOTTOcontrolaviolenza
− ma soprattutto grazie alla collaborazione dei presidi del territorio – e ringrazio quelli che hanno voluto intervenire oggi – e alla Camera Civile con il suo presidente avv. Rosita Ponticiello cui ci accomuna una perfetta sintonia d’intenti – abbiamo realizzato oltre 80 conferenze negli Istituti Comprensivi e nelle Scuole Superiori della Provincia, convinti che per “fare la nostra parte” sia indispensabile trovare le parole giuste per convincere i più giovani, vere risorse a garanzia – e chiave di lettura – del nostro futuro.
Alle conferenze abbiamo inteso affiancare la presenza dei comandanti delle compagnie e delle stazioni nelle parrocchie, con il contributo delle diocesi di Viterbo, Civita Castellana, Civitavecchia e Orvieto, e nei luoghi di aggregazione questa volta degli anziani, nel corso dei quali abbiamo risposto alle domande di chi è più avanti con l’età, fornendo loro suggerimenti e strumenti per contrastare i comportamenti truffaldini ai loro danni.
Siamo convinti che prendendoci cura di loro assolviamo il nostro debito generazionale con un piccolo contributo alla tutela del bene comune.
Concludo.
I Carabinieri, noi, lo ricordo, abbiam giurato di essere fedeli alla Repubblica Italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi, dando l’esempio, e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del nostro stato, per la tutela della Patria e la salvaguardia delle istituzioni.
E ci crediamo.
Crediamo nella fedeltà e nel rispetto che siamo convinti di dover garantire a tutti i cittadini, ad iniziare dai più deboli ed indifesi. Crediamo nel bene comune, quel bene comune che oggi ho
volutamente citato in più circostanze. E oggi siamo qui in piazza perché vogliamo ribadire il nostro impegno per garantirlo, il bene comune, con abnegazione e coerenza, e non solo a parole.
Viva l’Arma dei Carabinieri, viva l’Italia.

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