Il duo violino – pianoforte Anyla Krja e Fausto Di Cesare a Viterbo per la stagione concertistica dell’Unitus

VITERBO- Sabato 8 febbraio, alle ore 17, presso l’auditorium ‘Santa Maria in Gradi’ in Viterbo, tornerà ad esibirsi per la Stagione Pubblica dei Concerti dell’Università della Tuscia diretta dal professore Franco Carlo Ricci, il duo violino-pianoforte formato da Anyla Kraja e Fausto Di Cesare, noti e apprezzati interpreti già esibitisi nelle precedenti edizioni concertistiche, pertanto attesi dal pubblico degli affezionati.

Debuttando giovanissima con la Filarmonica di Tirana e l’Orchestra della Radio Televisione Albanese, Anyla Kraja originaria di Tirana ove si è diplomata con lode, si è perfezionata in Italia, presso l’Accademia Umbra e l’Accademia Chigiana di Siena, rispettivamente con Eddy Perpich e con Riccardo Brengola. Ha svolto una carriera internazionale, tenendo concerti in paesi europei come Francia, Belgio, Spagna, Svizzera, Albania, Kosovo, Grecia, Polonia, Malta, altresì negli Stati Uniti e in Canada. All’attività artistica ha affiancato l’impegno umanitario e sociale quale ambasciatrice della FAO, realizzando molte iniziative a sostegno della lotta contro la fame nel mondo. In tale ambito si colloca la produzione del CD Heart Strings che è stato distribuito in Europa e in America e trasmesso da Radio France, dalla Radio Vaticana e dalle emittenti di Tirana e Prishtina.

Pianista del duo è il maestro Fausto Di Cesare, a lungo docente del Conservatorio Santa Cecilia di Roma quale  figura di riferimento della scuola pianistica romana, la cui felice carriera da decenni prosegue ininterrottamente con successo. Il suo ponderoso bagaglio solistico e cameristico lo ha portato ad esibirsi in mezzo mondo, dal Canada al Brasile, dall’Algeria alla Korea e a collaborare con noti strumentisti italiani e stranieri. Mentre si affermava anche nel ruolo di direttore sul podio di note compagini strumentali nazionali e dell’Europa dell’est, portava avanti l’attività di compositore nel settore della musica Contemporanea e d’Avanguardia, invitato inoltre di sovente nelle giurie di concorsi e presso istituzioni musicali, accademie e università per tenere masterclass.

Onde farci illustrare il programma che verrà eseguito nell’occasione, incontriamo Fausto Di Cesare, occasione utile anche per conoscere meglio il sodalizio con la violinista albanese.

Ci salutiamo con vera cordialità e subito ritrovo in lui l’estroverso musicista e il maestro di grandissima esperienza che ha partecipato da protagonista ad alcune fra le più prestigiose istituzioni musicali italiane, dall’Accademia Musicale Chigiana di Siena all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, dal Teatro dell’Opera di Roma al Teatro San Carlo di Napoli.

Buongiorno e bentrovato, maestro. Come nasce il Duo con Anyla Kraja?

Il nostro duo nasce da lontano, poiché Anyla Kraja vive da decenni in Italia con suo marito, assistente musicale in Rai e mio carissimo amico, il quale ci ha presentato circa venticinque anni fa. In passato abbiamo tenuto diversi concerti insieme e l’ho anche diretta con l’orchestra, poi, nell’uItimo decennio ci siamo rincontrati e abbiamo deciso di suonare insieme con regolarità.

  • Quindi avete al vostro attivo una precedente attività concertistica

Sì, abbiamo suonato molto insieme. E adesso, di recente, a Cagliari. Il nostro è un duo che nasce dalla passione per un repertorio particolare e inconsueto, oltre a quello di autori fondamentali come Mozart, Beethoven ecc. Ad esempio, eseguiamo composizioni trascritte dall’originale come il Notturno in Do diesis minore opera postuma (Lento a la manière d’une Nocturne) di Fryderyk Chopin
(Żelazowa Wola, 1810 – Parigi, 1849) trascritto da Nathan Milstein (1904-1992, violinista ucraino naturalizzato statunitense di etnia ebrea ndr.). Ma io sono partito da tale partitura, concepita in modo lineare, cioè trasferendo la linea melodica al violino e distribuendo alle due mani del pianoforte l’accompagnamento e il sostegno armonico, per comporre una mia personale elaborazione. E l’ho intesa pensando più al duo, dunque a un dialogo, soprattutto nella parte centrale, riscrivendola come fosse un pas de deux. Infatti la prima esecuzione assoluta della mia trascrizione è stata coreografata sul palco del Teatro Quirino di Roma, due anni fa, in collaborazione con Diana Ferrara, in passato étoile del Teatro dell’Opera di Roma. La conobbi nel 1973, allorquando lavoravo in teatro nel ruolo di maestro sostituto. Poi ci siamo rincrociati in questi anni e abbiamo deciso di allestire uno spettacolo di danza con musiche di Bach, con le Danze Ungheresi di Johannes Brahms e questo Notturno chopiniano, danzati dal suo corpo di Ballo. A Viterbo il programma sarà eseguito solo in forma strumentale.

Segue in programma la trascrizione dell’Elegia di Sergej Rachmaninov (Onega, Velikij Novgorod, 1873 – Beverly Hills, 1943) che non esisteva prima della nostra elaborazione. La Preghiera che eseguiremo subito dopo, invece, nasce dal II movimento del Concerto n. 2 dello stesso compositore russo, in una trascrizione del violinista e compositore austriaco Fritz Kreisler (Vienna, 2 febbraio 1875 – New York, 29 gennaio 1962).

  • Il filo conduttore del concerto?

Diamo inizio alla prima parte con la Sonata in Sol maggiore KV 379 di Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 1756-Vienna, 1791) composizione sui generis, poiché molto impostata sul pianoforte. Inizia con un adagio, prima di entrare in un Allegro di carattere drammatico, molto incisivo e dinamico, ma piuttosto breve. Manca di uno sviluppo vero e proprio, che è ridotto all’essenziale, tanto da esaurirsi nel volgere di un paio di modulazioni, dunque piuttosto compatto, formalmente ristretto ma di sicuro effetto. Segue il secondo movimento, un Tema con Variazioni (Andantino cantabile) in cui il pianoforte è solo, il violino tace. Anche nelle variazioni, belle e ben compartecipate dal violino, è comunque il pianoforte ad essere protagonista.

Segue Vocalise di Rachmaninov, in trascrizione

  • Di questo brano esistono diverse trascrizioni

Sì, infatti è popolarissimo ed è eseguito anche da violoncellisti, clarinettisti e strumenti a fiato. La sua malinconica linea melodica è universalmente amata. Dunque, dal punto di vista strutturale dei pezzi, la prima parte del programma è più ‘leggera’. La scrittura, nella sonata di Mozart è trasparente, pianistica, non ha il taglio della Sonata con i due temi, l’elaborazione, lo sviluppo, e la ripresa, ma è quasi una fantasia. Infatti il tema del secondo movimento ricorda il ritmo di gavotta. Le variazioni sono belle: la prima è tutta affidata al pianoforte. La scrittura è semplice, non è densa, non contrappunti, molto lineare.

  • Un Mozart galante

Proprio così. Nella seconda parte abbiamo invece la Sonata vera e propria: la Primavera di Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770-Vienna, 26 marzo 1827). Altro brano importante e conosciuto, davvero magnifico. E infine i due pezzi di Rachmaninov, la cui scrittura è notoriamente ponderosa. Un programma gradevolissimo che riesce a colpire il pubblico, come è successo di recente a Cagliari.

  • Con Anyla Kraja siete già stati a suonare a Viterbo

Sìiii. Io ho suonato molte volte. L’ultima, in duo con la mia ex allieva Barbara Brandani e l’Orchestra da camera MuSa Classica dell’Università Sapienza di Roma, diretta da Francesco Vizioli. Anni fa invece ho accompagnato un magnifico soprano spagnolo in un programma liederistico, con Schumann nella prima parte e nella seconda Granados e Albeniz.

E con Anyla siamo già stati nella città dei Papi anni fa. Anche per lei è un gradito ritorno.

Appuntamento sabato sera, dunque, al solito posto, al grande Auditorium che ospita i concerti dell’Unitus.

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