di REDAZIONE-
VITERBO – Nella mattina del 16 ottobre scorso, presso l’Università degli studi della Tuscia, si è tenuta la discussione di laurea dell’attore Narratore di Comunità Marco Rossi, in lingua e letteratura latina, titolo della tesi “Lusus poetico” – Fedro e Marziale, lusus poetico antico nella didattica moderna. Relatore prof. Alessandro Fusi, docente di lingua e letteratura latina, Correlatore prof. Dino De Sanctis, docente di storia greca.
Di fronte alla commissione, il candidato neolaureato, ha illustrato partendo dai metodi pedagogico-didattici del latino nel passato, due nuovi metodi per una didattica integrale della lingua antica, rileggendo ed individuando un potenziale educativo nei testi antichi, per una pedagogia multidisciplinare ludiforme, volta all’integrazione scolastica di tutti gli allievi.
Marco Rossi, che ha avuto esperienze di teatro di narrazione ed integrato, ha affermato che la scuola di oggi, deve funzionare come sfondo integratore, e deve saper far collaborare attivamente tutti gli studenti, come in un laboratorio ludico, dove non si devono avvertire diversità, ma tutto deve rientrare in quella che il pedagogista Dario Ines, definisce come “speciale normalità”, dove non si colpevolizza l’errore e non si ha la sensazione di venir curati.
Il Narratore ha aggiunto nelle sue riflessioni personali, che queste ideologie culturali, le ha sviluppate con anni di studio sul territorio, grazie all’attività di storyteller svolta con l’associazione, che lo ha portato a contatto con molte persone, realtà sociali, dimore storiche, luoghi di interesse naturalistico e paesaggistico. Ha aggiunto che tutto questo non sarebbe stato possibile, se non avesse saputo ascoltare le testimonianze orali, ossia tutto quel patrimonio culturale immateriale, avente valore di civiltà. Aggiunge “la cultura su carta è quella più importante, perché rimane, ma niente può sostituire tutta quell’aneddotica e saggezza popolare”, come affermava Piaget “la conoscenza è un percorso di costruzione continua”. Il suo obiettivo è quello che un giorno si potranno insegnare le discipline, attraverso l’ascolto attento e partecipato, lavorando sulle inclinazione naturali dei discenti, per apprendere la vera essenza delle cose, in una pedagogia del divertimento, come un gioco o scherzo poetico.
Ringraziamenti a tutti i docenti Unitus, che con grande preparazione e dedizione, formano professionisti del domani.