VITERBO- Il 18 novembre 1974 si costituiva a Viterbo il Gruppo Assistenti Volontari Animatori Carcerari per iniziativa dell’allora cappellano del carcere Mons. Pietro Frare, che volle coniugare le radici della Confraternita di San Leonardo (fin dal 1541 in ausilio dei carcerati più poveri) con la modernità della nostra Costituzione e dei suoi intenti riabilitativi e non più esclusivamente punitivi.
Questa settimana il Gavac ha compiuto dunque 50 anni, durante i quali ha voluto dare sempre risposte concrete alle tante difficoltà che comporta la detenzione e cercando di ricostruire ogni giorno i legami sociali spezzati con chi ha commesso degli errori.
Molte sono le iniziative portate avanti in questo mezzo secolo di storia e non è certo questa la sede per elencarle, ma è comunque importante sapere che hanno perseguito sempre lo stesso obiettivo: il reinserimento dei detenuti nel tessuto sociale affinché tornassero ad essere risorse per la comunità e non più un problema.
Abbiamo sempre immaginato il carcere non come un luogo di espiazione della pena ma come un cantiere sempre aperto dove ricostruire uomini nuovi piuttosto che nuovi penitenziari e ancora oggi lavoriamo perché il carcere diventi un luogo dove conoscere una cultura alternativa, che vada a sostituire quella cultura criminale che è spesso l’unica conosciuta da tanti di loro.
Abbiamo potuto sperimentare che il valore della riconciliazione è il più efficace per interrompere la catena dell’odio e per restituire alla comunità persone rinnovate nel cuore.
Oggi non possiamo assolutamente dimenticare i tanti volontari del Gavac che non ci sono più: noi li ricorderemo sempre non solo perché hanno aperto e segnato una strada lungo la quale noi oggi camminiamo, ma soprattutto perché hanno seguito tantissimi detenuti che sono cambiati grazie al loro impegno: nessun bambino nasce cattivo e spesso è proprio un po’ di attenzione e di fiducia che infonde in loro il desiderio di cambiare.
E quando questi ragazzi cambiano ne beneficia tutta la comunità perché possiamo camminare tutti più sicuri sulle nostre strade e perché in giro c’è meno crudeltà; tanti di questi ragazzi sono diventate persone migliori ed hanno smesso di rubare, rapinare ed uccidere. Chissà quante donne e quanti uomini oggi sono vivi grazie a questo lavoro silenzioso e nessuno ringrazierà quei piccoli eroi … nessun telegiornale parlerà mai di loro. Ma noi invece lo sappiamo e siamo loro grati e cercheremo di portare avanti il loro progetto con lo stesso entusiasmo.
Buon compleanno Gavac!
Claudio Mariani (volontario del Gavac)