Il gruppo “Fondazione” chiede intitolazione della rotatoria di Villanova a don Armando Marini

VITERBO – “A breve la rotatoria di Villanova, facente parte della lottizzazione San Lazzaro, sarà ultimata e rappresenterà un infrastruttura stradale importante per la Citta di Viterbo, sita all’ingresso della città e compresa tra il quartiere Villanova, il Cimitero di S.Lazzaro e la medesima lottizzazione.
E proprio in riferimento alla importanza dell’opera e alla sua vicinanza al quartiere Villanova è nostro desiderio formulare una proposta riguardante la sua intitolazione ;
preso atto che esiste una delibera di CC n. 68 del 2009 in cui è prevista l’intitolazione a Don Armando Marini in zona San Lazzaro di una Via al n.669, si chiede, come a noi appare più giusto e consono al personaggio legato a quel territorio cittadino, di poter intitolare la rotatoria di cui sopra alla memoria di Don Armando Marini tramite apposizione da parte del Comune di Viterbo di una targa ricordo .
Tale richiesta nasce anche da un incontro avuto con l’Associazione a lui dedicata, che da decenni ne segue gli insegnamenti e le opere, la quale ha condiviso e sostenuto tale proposta.
Di seguito si riporta una breve storia, curata dalla sua associazione, che descrive il valore assoluto del personaggio conosciutissimo ed amato in città:

Armando Marini
3 giugno 1940 nasce a Viterbo il da Lorenzo e Giuseppa (“sora Peppa”) Grazini.
Fu don Gennaro Mochi a predirgli il suo poi futuro ingresso presso il seminario interdiocesano di Viterbo, e in seguito in quello maggiore regionale di Santa Maria della Quercia.
Prese la licenza in teologia con la specializzazione in dogmatica e pastorale sociologica, fece la tesi di laurea sulla “resurrezione” alla pontificia Università lateranense.
Fu suo padre spirituale don Mario Gargiuli.
26 giugno 1965 venne ordinato sacerdote il nella basilica di Santa Rosa in Viterbo.
28 giugno 1965 celebrò la prima messa privata il al Buon Pastore.
29 giugno 1965 celebrò la prima messa pubblica nella chiesa di Sant’Angelo in Spata in Viterbo.
1971 dopo un’esperienza da coadiutore nella parrocchia di Sant’Angelo in Spatha, venne nominato parroco della parrocchia Ss. Valentino e Ilario da Mons. Luigi Boccadoro.
Il suo primo “ufficio parrocchiale”, così come lui amava definirlo, fu la caratteristica “Lambretta”, luogo dove compilava i suoi primi certificati parrocchiali.
Non esistendo nessun luogo dove si potesse celebrare la Santa Messa chiese ed ottenne la disponibilità di una cappellina sita all’interno di villa Cecchetti.
In seguito prese in affitto il locale dell’attuale “Pizzeria Villanova” sita presso via Villanova, adibendo il campo di fronte a luogo di ritrovo e divertimento per i bambini.
Preoccupato per l’assenza nel quartiere di una struttura scolastica e ricreativa per i bambini, organizzò un asilo autogestito dai genitori e dal parroco.
3 novembre 1973 visto che le aste per la costruzione della nuova chiesa andavano deserte e i fedeli aumentavano, diede inizio, con il fattivo aiuto materiale e finanziario dell’intera famiglia Marini, ai primi lavori per la realizzazione di un prefabbricato che diverrà la prima Chiesa dei Ss. Valentino e Ilario e a tutt’oggi unica Chiesa del quartiere.
Con la realizzazione della Chiesa prese vita, contemporaneamente, la costruzione dell’intero complesso parrocchiale, costituito da una palestra, da aule per il catechismo e un teatro dedicati alla memoria del Cardinale Pietro La Fontaine e dell’indimenticabile don Alceste Grandori, maestri esemplari e devoti a Ss. Valentino e Ilario compatroni della Chiesa Viterbese.
Completò l’intero complesso mediante la realizzazione di varie strutture sportive, campo di calcio con tribune e spogliatoi, campi di pallacanestro e pallavolo, verde pubblico attrezzato per bambini.
Importante nella sua vita fu l’insegnamento della religione all’interno della scuola pubblica, dove intere generazioni hanno trovato in lui un fondamentale punto di riferimento umano-spirituale, pur nelle differenze di pensiero, di cultura e di religione.
Fu importante riferimento per la realtà della “Casa Famiglia”, che ebbe la capacità di integrare nel tessuto sociale della parrocchia.
Fondò il gruppo donatori di sangue (AVIS) intitolato “Gruppo Speciale Ss. Valentino e Ilario” e per questo ottenne l’assegnazione di un labaro, prima parrocchia ad aver ricevuto tale riconoscimento.
Fu il principale promotore dell’Associazione culturale Villanova, al cui interno nacque la Compagnia teatrale “ I Giovani “.
Fondò il gruppo parrocchiale AIDO.
Divenne generoso sostenitore dell’Associazione A.Pro.Tion “Romano Fasanari”.
Padre Spirituale dei “Circensi e Rom”.
Padre spirituale del Gruppo “Amiche di Betania”.
Confessore delle monache Clarisse di S. Rosa e sempre stretto al cuore di S. Rosa e dei suoi facchini.
Venne chiamato in varie località a predicare gli esercizi spirituali: Vische, Collevalenza, ecc…

5 maggio 1990 fece restaurare l’Edicola sul luogo del martirio dei Ss. Valentino e Ilario e vi collocò un quadro realizzato da Don Angelo Gargiuli.
1990 iniziò ufficialmente i lavori per la riscoperta dell’ipogeo e la successiva realizzazione dell’attuale Itinerario della Fede.
25 giugno 1990 tanta era la devozione verso i Ss. Valentino e Ilario che celebrò all’interno dell’ipogeo la S. Messa per il suo 25° anniversario di sacerdozio.
5 aprile 1992 ebbe un infarto di importante entità.
21 maggio 1995 nonostante i gravi motivi di salute realizzò il tanto atteso sogno di inaugurare l’Itinerario della Fede Etrusco-Romano-Cristiano impreziosito con 14 stazioni della Via Crucis realizzata da Luigi Paletto.
21 febbraio 1996 è ritornato alla Casa del Padre.

Si rimane in attesa di positivo e fattivo riscontro”.

Il Gruppo Consiliare di Fondazione
Gianmaria Santucci
Sergio insogna

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