Il libro“Tuscia in pillole” di Vincenzo Ceniti regala un amarcord pervaso di ironia (VIDEO)

di MARIA ANTONIETTAGERMANO –

VITERBO – Giovedì 23 novembre, nell’ambito del format “Amore Letteratura”, si è tenuto al Bistrot del Teatro San Leonardo il piacevole incontro con Vincenzo Ceniti, autore del libro “Tuscia in pillole”, con la prefazione di Giorgio Nisini (200 pagg, euro 15, edito da ‘Sette Città’). La copertina (curata da Stefano Frateiacci) raffigura la mano, in peperino, con un mazzo di fiori a sostegno dell’arco del profferlo di casa Poscia, in via Saffi a Viterbo. Il volume, composto da brevi capitoli e da titoli inusuali, narra di persone di vario genere, sia di una Viterbo minore sia di persone “vip” che hanno frequentato la Tuscia in un momento occasionale o hanno scelto di viverci. Tra i numerosi presenti l’assessore comunale Katia Scardozzi che ha portato i saluti della sindaca Chiara Frontini , Simona Tartaglia e Elisabetta De Minicis.

Il filo rosso narrativo porta, con ironia e un velato rimpianto, in un piccolo viaggio nel tempo che Ceniti ci fa assaggiare. E’ un libro che prova a resistere al passare del tempo, restituendoci piccole e preziose pillole della Tuscia che hanno un valore di ricordi e di testimonianze che rimangono a chi verrà dopo di noi.

Giorgio Nisini, seduto accanto all’autore sul divano del bistrot, ha introdotto la fatica letteraria di Ceniti, precisando: “Ceniti ha l’abilità narrativa di portarci all’interno di luoghi della provincia che molti non conoscono, un libro che racconta. Una geografia fatta di persone e abitudini di una Viterbo e di paesi di provincia, come Vitorchiano, Bagnaia, Marta, Soriano nel Cimino, Canepina, Vallerano, che non ci sono più. Quest’anno è il centenario della nascita di Italo Calvino che ha scritto un libro molto bello, “Le città invisibili”, e in uno di questi testi si parla di una città e dei tanti strati che ci sono in una città. Se noi ci posizionassimo in un viaggio del tempo in una Viterbo degli anni ’50 o nella Viterbo dei primi anni ’20, o dell’Ottocento o del Settecento, troveremo sì dei punti di riferimento, troveremo cose diverse e persone diverse integrate nella realtà di tutti i giorni che però sono sparite per sempre, di cui nessuno ha più memoria.”

E allora ecco la domanda che dà l’avvio al dibattito: “Come nasce questo libro che raccoglie delle pillole che da tempo, ogni settimana, regali ai tuoi amici?”.

La risposta di Ceniti non si fa attendere: “Nell’opera lirica “I Pagliacci” c’è il prologo che dice al pubblico non andate via anzitempo…. perchè la casa editrice “Sette Città” ci ha preparato un aperitivo alla fine del nostro incontro. Quindi dovete stare qui sino alla fine”. Applausi e ancora applausi alla divertente introduzione al suo narrare. Al termine del dibattito, tra un brindisi e l’altro, il consueto firmacopie.

 

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