di MARIELLA ZADRO –
Martedì grasso, ultimo giorno per festeggiare il Carnevale: periodo dell’anno dove ogni persona può dar sfogo alla propria creatività, alla fantasia, partecipando a feste e sfilate mascherate.
Nella nostra provincia, tanti i comuni in questa giornata, organizzano momenti di festa in piazza, apprezzati non solo dai più giovani, ma anche dagli adulti, che partecipano con vero entusiasmo.
Molte maschere nascono da storie di personaggi del mondo dei fumetti, dei cartoon, dei costumi regionali, del teatro.
A Grotte Santo Stefano, frazione del comune di Viterbo, torna a rivivere un personaggio molto particolare: il Bucèfere.
Il Bucèfere, figura mitologica che affonda le sue radici nei riti che accompagnavano le celebrazioni dei Lupercalia romani.
È una sorta di figura mitologica, che col passare degli anni ha subìto diverse trasformazioni, dovute anche alle frequenti interruzioni delle sue uscite.
Si presenta vestito completamente di nero e incappucciato, scortato da 40 Carnevalotti vestiti di bianco, si fanno vedere la sera del martedì grasso alle ore 20:00 per le vie del paese, regalando percosse a tutti coloro che incontrano nel percorso.
Arrivati in piazza, alla presenza di un Bucèfere – fantoccio, si dà lettura del testamento, una sorta di cantilena in dialetto, con la quale si rendono pubblici fatti e misfatti avvenuti in paese da parte di alcuni abitanti.
Questo è il momento più suggestivo per “sentire” se il Becèfere ha saputo cogliere le situazioni più particolari frutto del “chiacchiericcio” popolare.
Al termine, tra risa e applausi viene bruciato, a conclusione del Carnevale.
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