Il mercatino Tuscia in Bio porta a Viterbo prodotti biologici e sostenibili

di LUCA BERNARDINI-

VITERBO- Questa mattina alle ore 12.30, presso la Sala Consiliare di Palazzo dei Priori, è stato presentato il mercatino straordinario riservato alle imprese agricole Tuscia in Bio, ospitato a Valle Faul.

Presenti all’incontro l’assessore allo sviluppo economico locale e turismo Silvio Franco, l’assessore alle economie e risorse finanziare Elena Angiani, Marco Muzzi, il portavoce di Cooperazione contadina Francesco Amendola, Fabrizio Morucci, il presidente di Slow Food Lazio Luigi Pagliaro e Sandra Gasbarri.

“Questo evento rappresenta un momento importante per l’amministrazione”. Per l’assessore Franco, Tuscia in Bio soddisfa i tre punti fondamentali di questa giunta. La trasmissione dell’importanza del prodotto agroalimentare locale, la natura dei prodotti offerti all’interno del mercatino e l’importanza del prodotto biologico all’interno del settore economico della città, per Franco, “sono cardini della giunta comunale”.

Si inizierà il 10 maggio a Valle Faul, dalle 15.30 alle 20. Come confermato successivamente anche dagli altri presenti, l’iniziativa sarà importante anche “per rendere vivo, anche dentro la settimana, il centro storico viterbese”.

Per l’assessore Angiani “questo evento è un mezzo di promozione del territorio”. Come confermato subito dopo, circa 32.000 euro sono stati stanziati nel bilancio provvisorio per la produzione locale.

L’intenzione dell’amministrazione, a detta della Angiani, è quella di andare a “creare un mercato coperto nel sito dell’ex tribunale”, un modo per aumentare il valore del settore agroalimentare della Tuscia.

“In poco tempo tutte le associazioni presenti nel luogo si sono unite per diventare un unico, grande organismo”. Così è intervenuto il portavoce di Cooperazione contadina Amendola, il quale ha affermato che questo progetto comune, plasmato poi come Tuscia in Bio, ha cercato sin da subito una sua stabilità.

Come confermato dallo stesso Amendola, “il mercato dentro la settimana e il pomeriggio, con i suoi 13 stand totali, è un esperimento che vuole tutelare il territorio e la visione di un’agricoltura biologica”. Tuscia in Bio, conclude il portavoce di Cooperazione contadina, non sarà solo un’attività commerciale, ma unirà eventi sociali e culturali a sfondo ecologico e sostenibile.

Fabrizio Fiorucci, confermando i buoni propositi di Tuscia in Bio, ha inoltre affermato che questo servirà per “fare una spesa diversa, fuori dalle grandi istituzioni”.

Secondo Fiorucci, il concetto della stagionalità dei prodotti è un valore che si sta perdendo, motivo per cui le associazioni si sono impegnate a portare sulle tavole dei cittadini dei prodotti freschi e biologici.

Il presidente di Slow Food Lazio Luigi Pagliaro ha confermato la diffusione di questa ondata di produttori che diventano anche “divulgatori del prodotto”, affermando come l’alchimia raggiunta con Tuscia in Bio abbia dato vita a questa proposta.

“Per aumentare la sostenibilità si deve accorciare la filiera”. La sfida proposta da Pagliaro sta proprio nel proporre un luogo dove sia facile ed economico trovare un prodotto a km zero. Oltre a questo punto, di grande importanza per il presidente di Slow Food Lazio è quello del recupero della tradizione, “riprendere la familiarità con quei prodotti consumati sin dal passato”.

Lasciata infine la parola a Sandra Gasbarri, l’attenzione si è concentrata nei confronti del lato culturale del mercatino. “Con la nostra associazione universitaria abbiamo aderito con forza a Tuscia in Bio, per sostenere gli agricoltori che ci permettono di entrare in contatto diretto con il prodotto locale”.

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