Il ministero della Giustizia ha avviato un procedimento disciplinare contro i tre giudici della Corte d’Appello di Milano

Il ministero della Giustizia ha avviato un procedimento disciplinare contro i tre giudici della Corte d’Appello di Milano accusati di aver concesso gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico al 40enne imprenditore russo Artem Uss, poi evaso il 22 marzo. Secondo il ministro Carlo Nordio, i giudici avrebbero commesso una “grave e inescusabile negligenza” visto che la procura generale di Milano aveva indicato il carcere come unica misura cautelare possibile.

Nell’ordinanza che concedeva i domiciliari, i giudici avevano ritenuto che il pericolo di fuga fosse concreto, ma che potesse essere contenuto mediante il braccialetto elettronico. Una decisione che Nordio ritiene “gravemente errata” poiché gli elementi che emergono dal parere della procura generale di Milano avrebbero dovuto far optare per il carcere.

Uss era stato arrestato il 17 ottobre 2021 per poi ottenere i domiciliari a Basiglio, nel Milanese, dai quali è fuggito il 22 marzo. Sia il Ministero che il Dipartimento della Giustizia statunitense avevano sollecitato il mantenimento della misura del carcere.

La decisione dei giudici della Corte d’Appello di Milano ha suscitato molte polemiche e la vicenda ha sollevato un dibattito sulle misure cautelari e sulla responsabilità dei giudici. La questione è delicata e richiede un’attenta riflessione sul ruolo dei giudici nell’adottare misure cautelari adeguate.

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