Il ministro Nardi sul Superbonus: “Non è vero che lo Stato ha finito il suo plafond”

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Un incontro quello che si è svolto questo pomeriggio, organizzato dalla candidata sindaco di Viterbo, Alessandra Troncarelli con l’onorevole Martina Nardi alle Terme dei Papi, per  confrontarsi sul superbonus 110% e il Decreto Aiuti. Presenti i rappresentati delle varie organizzazioni sindacali, degli enti datoriali nonchè cittadini e candidati delle liste a sostegno di Troncarelli. Presente anche il consigliere regionale del Pd, Enrico Panunzi. L’attenzione si è focalizzata sul problema della cessione del credito, ovvero sull’impossiibilità di cedere il credito maturato in compenso dei lavori svolti e dell’emendamento che verrà presentato per risolvere questa situazione che sta preoccupando molti cittadini e ditte, già con le difficoltà scaturite dalla crisi energetica  e dall’evento bellico ancora in corso in Ucraina, con ulteriori rincari e l’impennata dei prezzi. Il ministro Martina  Nardi  ha esordito dicendo che il superbonus è stata un’intuizione importante. “Le nostre case sono motivo prioritario dell’inquinamento e dovevano essere messe in campo gestioni strategiche. Ci trovavamo in piena pandemia, quindi, ci volevano interventi a sostegno del comparto più importante, quello delle costruzioni, che rappresenta l’85% circa delle imprese italiane. Da quando c’è il superbonus ci sono più di 140 mila occupati a tempo indeterminato nel piccolo pezzo dell’edilizia. Accanto a questa grande intuizione ce n’è stata un’altra, l’articolo 121, ovvero la possibilità della cessione del credito. Perché negli anni passati non è stato fatto? Perché  cedere il credito voleva dire indebitarsi ulteriormente. La pandemia ha rivoluzionato tutto e si è resta possibile una finestra temporale, 7 anni per far sì  che il credito potesse essere ceduto e non considerato debito pubblico. Collegandolo al Pnrr si è reso oggettivamente possibile. La cessione del credito rende così democratica questa misura. Possiamo riqualificare i nostri abitati spendendo meno, ma anche consumando meno. Importante poi anche dal punto di vista sismico con interventi antisismici. Questa misura- ha proseguito Nardi- ha avuto alti e bassi con delle modifiche che hanno determinato un po’ di caos, ma parliamo di una norma giovane ed estremamente dirompente. Poi una serie di vicende, come il decreto frodi, ha stoppato la misura. L’agenzia delle entrate ha poi dato una serie di interpretazioni che hanno  lasciato interdetti anche noi interlocutori. Ora ci troviamo di fronte a due difficoltà: la prima è stata esacerbata dai giornali, ma non è concreta: non è vero che lo Stato ha finito il suo plafond. Gli impegni lo stato li porterà a termine qualunque sarà il tetto degli interventi. I 33 miliardi che Enea ha dichiarato in uscita dal punto di vista economico non è un problema. Nessuno deluderà le aspettative, qualsiasi lavoro verrà pagato”. Il ministro Nardi ha poi affrontato il secondo tema, più complicato, ovvero la capienza delle banche, pensate come ultimi cessionari. “Le banche hanno finito in genere la capienza. Siamo alla saturazione dei sistemi bancari – ha dichiarato Nardi– Quindi il nostro emendamento ha elaborato la soluzione presa insieme al sistema bancario che possa garantire la riapertura dei canali di credito”. Per il momento l’emendamento è in fase di discussione con il Governo. Il ministro ha poi parlato della questione delle case popolari. “Tutti gli istituti sono fermi e non possono fare superbonus perché non riescono a fare crediti così alti – ha evidenziato-  Bisogna trovare un strada. Tutte queste questioni abbiamo provato a derubricarle in questo nuovo emendamento. Basti pensare che per le case popolari per ogni provincia circa si parla di circa 50 milioni di euro”. La speranza è che l’emendamento possa essere, quindi, approvato prendendo la strada di una legge delega. “Altro problema la sicurezza sui luoghi di lavoro, ma si è sicuri nei cantieri quando non si ha fretta – ha riferito Nardi – Il nostro fine con questo emendamento è la riapertura dei canali dell’acquisto dei crediti”.

Ha preso poi la parola il consigliere regionale del Pd, Enrico Panunzi  che ha evidenziato come sia molto importante mettere a regime la cessione del credito e come la questione della cessione del credito non debba avere dei paletti. “Le norme devono dare certezza- ha aggiunto- Complimenti per questo lavoro e spero che venga premiato in modo da rassicurare coloro che hanno agito nella legge”. Sono poi intervenuti con alcune domande il presidente dell’Ater di Viterbo, Ing. Ivan Grazini che ha detto come il termine temporale non possa essere il 31 dicembre del 2023 perché una macchina pubblica come la loro per fare un bando ha bisogno di un anno. “Abbiamo 289 milioni di lavori in un anno e mezzo che non si fanno. Non posso partire con un cronoprogramma limitato. Non c’è poi solo il problema del credito. Bisogna prevedere un arco temporale almeno fino al 2025 con la riconferma per le Ater del 110%”.

Il presidente della Confartigianato di Viterbo, Michael Del Moro ha posto l’attenzione sui Btp. “Ci sono aziende che hanno capannoni pieni di materiali con i lavori che sono bloccati. Bisogna sbloccare i crediti, quindi, prima che le aziende vengano soffocate”. Ha poi posto l’accento sulla sicurezza nei cantieri: “Come possiamo chiedere alle imprese maggiore sicurezza  se abbiamo queste limitazioni temporanee? Anche per il settore privato credo sia giusto che venga data una proroga perché si rischia di creare un disastro tra un anno e mezzo”. Il ministro Nardi ha risposto  dicendo che la gestione dei Btp nasce dalla relazione con il sistema bancario per sbloccare i 5 miliardi della vicenda Poste e come su questo terreno stiano provando a suggerire altre soluzioni più attinenti, riaprendo le Poste che hanno chiuso col decreto frodi, cosa fondamentale. Per le case popolari il ministro ha detto che nell’emendamento c’è già la data del 2025 ed anche che se ne deve occupare lo Stato, la cassa depositi e prestiti.

Le conclusioni sono state della candidata sindaco Troncarelli che ha affermato: “Noi dobbiamo dare risposte, ascoltando il territorio, entrando nelle esigenze del cittadino. Per questo si deve programmare una politica  di lungimiranza. La problematica del Superbonus è stata sollevata da più parti, più di 30 mila aziende rischiano il fallimento. Vogliamo cercare insieme a chi vive questa problematica di risolverla. Gli amministratori non possono fare una politica calata dall’alto, ma dal basso. La città riesce poi a portare la sua voce nei tavoli di concertazione se esiste questa filiera istituzionale, come abbiamo fatto oggi con il ministro Nardi”. Troncarelli ha detto poi che Viterbo ha un centro storico bellissimo che necessita insieme ad alcune zone industriali di essere sviluppate. “Noi come amministrazione avremo come obbiettivo quello di mettere in rete pubblico e privato. Gli uffici devono dare delle risposte. Serve il rafforzamento della macchina amministrativa, la capacità amministrativa, capacità di sapere programmare, capacità di ascolto e dare tempi certi. Bisogna anche creare un tavolo di concertazione propositivo. Fare amministrazione, fare politica per la nostra città insieme”. Infine, la candidata sindaco Troncarelli ha detto di voler integrare, in caso di sua vittoria,  le risorse  già previste per il bonus facciate con risorse comunali. “Mi auguro che dal 27 giugno possa essere sindaco perché ascoltando i cittadini di Viterbo si denota che c’è paura di non arrivare alla meta, di perdere posti di lavoro. Si deve intervenire prima”.

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