di ANGELO RUSSO-
VITERBO – I racconti della mitologia greca hanno una caratteristica fondamentale: sono scevri da ogni substrato moralistico. Forse anche per questo la psicoanalisi ne ha tratto spunto per coniare termini che rimandano a problematiche disancorate da falsi pudori. Tra le storie più conosciute troviamo quella di Narciso: Eco, ninfa dei monti, s’innamora perdutamentedi Narciso figlio del fiume Cefiso, ma non è ricambiata. Narciso sembra insensibile al fascino femminile, e vaga tra i boschi e le valli in una ricerca interiore senza speranza. Finalmente specchiandosi nelle acque chiare di una fonte trova qualcosa che appaga il suo desiderio: è travolto dall’amore per la propria immagine. Afrodite, dea dell’amore, non può approvare questo sentimento sicuramente atipico che contrasta con i suoi dettami, e punisce Narciso. Quest’ultimo morirà consumato dal dolore dall’insoddisfazione. L’obiettivo del suo innamoramento risulterà irraggiungibile. Nell’arte una delle opere più famose dedicate a Narciso è un dipinto a olio su tela (112×92) Narciso appunto attribuito al Caravaggio sebbene un dibattito ne abbia proposto l’attribuzione ad altri autori.
Freud, nelle sue teorie, nel 1910, adottò il termine narcisismo. La dottrina classica di Freud considera il narcisismo come un investimento della libido (pulsione sessuale) sull’lo (la parte cosciente dell’apparato psichico) di conseguenza il rivolgimento della libido su sé stessi (nello stesso sesso). Questa tesi ha lasciato molti autori perplessi, considerando che molti omosessuali, in particolar modo maschi, mostrano un culto narcisistico del proprio corpo, ma spesso il loro interesse per il partner sviluppa tutta una serie di dinamiche di rapporto interpersonale come la tenerezza, la gelosia, la competizione, che sembrano di altra natura rispetto al semplice ripiegamento sullo stesso sesso. Appare chiaro che un ripiegamento di tipo narcisistico non favorisce l’autonomia e non consente quello sviluppo armonico di cui la personalità ha bisogno. Anche se il mito greco ci rimanda ad un uomo, il narcisismo vale per entrambi i sessi.
Carla è una bellissima donna di 44 anni, il suo aspetto fisico rasenta ancora la perfezione, risultato di un lungo-continuo-estenuante trattamento centrato sul corpo a base di creme, massaggi e palestre. La sacralità somatica ha raggiunto in alcune manifestazioni dei tratti ossessivi: per non evidenziare le, pur lievi, rughe intorno agli occhi, Carla si è preclusa persino il sorriso aperto, tutto deve essere contenuto. La sua dieta è misurata e i cibi vengono costantemente selezionati. La ricrescita dei capelli bianchi, vissuta inizialmente come un trauma, viene occultata in modo sistematico. Carla appare agli altri come una incredibile armonia di rapporti estetici, eppure…oggi, inizia a vacillare, appaiono in lei i primi segni di depressione. Il suo, imminente, declino estetico può ancora essere corretto da interventi di chirurgia plastica, ma il futuro le appare nero. La sua fobia centrata sul corpo non le ha permesso di sperimentare altri modi di vivere che consentissero, attraverso i rapporti interpersonali, di dare un senso più creativo alla sua vita. Nella personalità di Carla è possibile evidenziare tutta una serie di tratti narcisistici. Sarà duro, faticoso e con l’aiuto dell’esperto, insegnarle a gustare il piacere di essere apprezzata per altre qualità che non siano essenzialmente estetiche. Occorrerà sensibilizzare in lei il piacere che si prova nel dare e non solo nel ricevere, disancorandola dagli stimoli negativi che probabilmente ha ricevuto nell’infanzia, e aiutarla a scoprire che si può migliorare la qualità della vita senza essere necessariamente ammirati.
Amare sé stessi oltre misura pone l’uomo di fronte ad obiettivi irraggiungibili associati a infelicità e frustrazione. Essendo l’uomo un essere sociale, sofferente nella solitudine, è facilitato a trovare la felicità nello sviluppo delle relazioni umane: l’amore, l’amicizia, il lavoro, la scuola, la famiglia.
(Nella foto di copertina il quadro è del pittore viterbese Pino Fochesato – olio su tela, 60 x 80 cm. anno 2021).