Il presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli commemora il Giorno del Ricordo

VITERBO- Oggi ricorre il Giorno del Ricordo, un importante momento di riflessione che commemoriamo ogni anno per non dimenticare i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata perpetrati dal regime comunista jugoslavo.

È nostro dovere civico ricordare quanto accaduto negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale e in quelli immediatamente successivi sul confine orientale. Sono stati migliaia infatti gli italiani trucidati e gettati negli inghiottitoi carsici, migliaia le famiglie di fiumani, istriani e dalmati che hanno dovuto abbandonare le terre dove erano nate e cresciute per trovare riparo altrove.

Il confine orientale italiano è stato il più martoriato di tutti durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Si è trovato al centro di rese di conti e vendette nazionalistiche che non hanno risparmiato bambini, donne, uomini e anziani.

Quanto successo in quei terribili anni al confine tra l’Italia e l’ex Jugoslavia deve essere noto a tutti e ricordato anno dopo anno. Non per perpetuare inutile e dannose rivalità interstatali, che vanno necessariamente superate, ma per avere memoria di quali follie, crimini e nefandezze è capace l’uomo se accecato dall’odio e dal nazionalismo.

È per questo che non posso non guardare con ammirazione al dialogo e alle relazioni di cooperazione che da anni l’Italia sta portando avanti con i paesi nati dalla disgregazione dell’ex Jugoslavia. Italia e Slovenia condividono addirittura anche una piazza tra Gorizia e Nova Gorica. Dove prima c’era filo spinato oggi ci sono vasi di fiori e quello che era un brusco territorio di confine che sanciva il “voi” e il “noi” è ora un luogo di incontro. Se questo è stato possibile, è solo grazie al ricordo.

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