Il prof. Mattioli interviene a proposito di qualità di vita

VITERBO- Riceviamo dal prof. Francresco Mattioli e pubblichiamo: “Qualità della vita è un concetto complesso. Perché la qualità della vita è determinata da tanti fattori, ciascuno con un peso relativo che cambia a seconda della percezione che ne hanno le persone. Un esempio banale: se a Napoli avessero una rapina a settimana si sentirebbero sereni, mentre se ve ne fosse una ogni settimana a Viterbo staremmo tutti in giro con il fucile o la scimitarra.

Così, è possibile dubitare di tutte quelle classifiche che escono a fine anno sulla qualità della vita, tra Legambiente, Italia Oggi, Il Sole 24 Ore, ecc. Cambiano i capoclassifica, ma grosso modo tutte esaltano le città settentrionali (con qualche escursione in Toscana) e tutte relegano Viterbo a ridosso della zona retrocessione, tra il 65° e il 75° posto, spesso colpendo al cuore in viterbesi, quando leggono che in un anno – secondo Il Sole 24 Ore – la loro città è precipitata di quattordici posti o giù di lì (un cataclisma ambientale ? una strage di mafia?) Ma poi, la prima chi è, in Italia? Bolzano (Italia Oggi), Udine (Il Sole 24 Ore) o Trento (Legambiente)? E questo già ci dice che cambiando qualche indicatore e qualche peso relativo, qualche differenza emerge…

Ma non basta. Ormai siamo quasi ad una sorta di Campionato di Calcio. Nel giro di 365 giorni ci sono città che hanno guadagnato dieci posti e altre che ne hanno persi quindici. Tra 2022 e 2023 le città campioni non hanno saputo ripetersi (campagna acquisti sbagliata? Sfortuna, si sa “la palla è rotonda”?) mentre, per Il Sole 24 Ore, Udine nel giro di un anno ha raggiunto il primato scalando addirittura undici posti!

Giuseppe De Rita (presidente del Cnel, poi del Censis, di cui è stato tra i fondatori), ad un convegno svoltosi una dozzina di anni fa sostenne che la statistica è una cosa seria solo se sa riconoscere che basta partire da differenti punti di vista per far parlare i dati in un modo o in quello contrario. Lui prendeva ad esempio la differenza tra sicurezza oggettiva e sicurezza percepita, quella a cui abbiamo accennato all’inizio, parlando della differenza di prospettiva tra Napoli e Viterbo in fatto di ordine pubblico). Tranquilli: non è più sicura neppure la fisica, che lavora ormai sul probabilismo e sulla convenzionalità dei suoi saperi, può accadere anche alla statistica, specie quando prende in considerazione i comportamenti umani…

Chiudo con una questione che genera ulteriori perplessità sull’adozione di certi criteri di valutazione della qualità della vita. Emile Durkheim centoventi anni fa, studiando il suicidio in Europa, si avvide che esso era più frequente nei ricchi e progrediti paesi del Nord Europa che tra quelli mediterranei; e, cosa singolare, questo avviene ancora oggi anche in Italia, dove ci suicida più spesso al Nord, specie nel ricco Nordest delle top scorer Trento, Bolzano e Udine) che al Sud.

Con tutto ciò, non voglio negare due cose su cui c’è poco da discutere: che la qualità della vita delle città del Nord è complessivamente migliore di quelle del Sud; e che Viterbo presenta grosse lacune a riguardo.

Inviterei tutti i viterbesi, amministratori e cittadini, a migliorare la qualità della vita di Viterbo, soprattutto per quel che riguarda il verde e l’igiene pubblica, l’assistenza sociosanitaria e una cultura di qualità. In queste voci siamo comunque carenti e occorre perfezionare civilizzazione, informazione, professionalità e creatività.

Detto da un visitatore (un certo Franco Ferrarotti): “Una città che ha saputo concepire il miracolo, lo spettacolo e la capacità organizzativa della Festa della Macchina di S. Rosa non dovrebbe avere problemi a migliorare costantemente la vita quotidiana dei suoi cittadini alla stessa stregua delle città del nord”.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE