“Il profumo della Rosa”, il romanzo di Fausto Principi oggi al monastero di Santa Rosa

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- La sala del ‘400 del monastero di Santa Rosa ha ospitato questo pomeriggio, alla presenza di un folto pubblico, la presentazione del romanzo di Fausto Principi “Il profumo della Rosa”, edito dalla casa editrice Serena. A presentare il romanzo la figlia di Principi, Laura,  Angelo Russo, artista e psicologo, che ha curato la prefazione del libro, Serena D’Orazi, editore, Enrico Concioli, voce narrante e il Trio Bonucci, De Angelis e Ranucci per gli interventi musicali. La padrona di casa, Suor Francesca Pizzaia ha accolto i presenti, affermando di aver visto tanti volti familiari presenti, accrescendo il senso di appartenenza del luogo, che è della città. “Ognuno mette il suo tassello per completare il grande mosaico che è Santa Rosa”- ha affermato. Laura Principi, professoressa presso la scuola Vanni e curatrice di varie mostre d’arte, ha esordito dicendo: “Questo è un giorno speciale, un sogno che diventa realtà. Dal 2016, quando è morto mio padre Fausto che sognavamo questo momento. Perchè oggi? Nulla avviene per caso e credo che questo era, quindi, il momento, di presentare questo romanzo che mio padre mi ha dedicato in un’occasione particolare. Esistevano poche copie solo per noi famigliari. Lui ci ha fatto questo regalo e noi oggi  lo vogliamo fare a lui”. Ha, quindi, aggiunto che tra le persone non famigliari che per prime hanno apprezzato il romanzo c’è stato Angelo Russo, “amico prezioso”, come lo ha definito Laura, che le ha regalato una prefazione.

E’ stato proprio l’artista Russo a spiegare la sua vicinanza al romanzo. “E’ nato qualcosa di particolare, già leggendo le prime pagine son rimasto affascinato da questo romanzo. Conoscevo Fausto Principi dai racconti di Laura, poi ho raccolto informazioni da amici e mi sono fatto un quadro. E’ nato dentro me lo stupore”. Ha, quindi, fatto riferimento al grande psicologo Jung, che parlava di archetipi e sincronicità. “Noi questa sincronicità la chiamiamo coincidenza, causalità. Tutto è scritto in un disegno universale. La sincronicità conta in questo romanzo perché mi ha fatto entrare di più in esso, un libro dedicato a Santa Rosa. Nel libro Fausto scrive che si parla di miracoli che non sono miracoli da parte di uno scrittore che non era scrittore. Ci sono racconti  che guarda caso finiscono tutti la sera del 3 settembre ed io, come molti di voi sapranno, sono molto legato a Santa Rosa ed al trasporto della Macchina. Inoltre, poichè l’umorismo mi appartiene e tutto il romanzo è permeato da un’intelligenza ironica, la mia anche è stata una prefazione che non è una prefazione e che inizia in prima persona, rivolgendomi direttamente a Fausto, in forma di lettera”. Angelo Russo ha, quindi, riferito come nel romanzo si parli di Santa Rosa, sacrestani, santi, prostitute, un vero mondo dentro questo libro e come vi siano molti rimandi al territorio di Viterbo, alla sua storia, che viene trasmessa attraverso la  storia raccontata da Fausto Principi. Ha poi aggiunto come “profumo di Rosa” sia un’analogia dicendo: “Per noi Rosa è un’eroina, un mito. I profumi rimangono impressi nella memoria emotiva, anche a lungo termine ed oggi metaforicamente noi sentiamo il profumo della nostra Santa Rosa. Questo è un libro legato a Santa Rosa, ma manda anche messaggi universali come un inno alla speranza”. Russo ha quindi ricordato come la storia di Rosa sia partita da una pergamena sporca,  ritrovata che è la pergamena “Vita I” di Rosa. “Nel romanzo c’è scritto nel preambolo che Fausto ha  iniziato a scrivere dopo aver incontrato a San Pellegrino un vecchio che gli ha dato dei fogli sudici e da lì è partito il suo racconto. Avrà trovato ispirazione dalla Vita I di Santa Rosa?”.

Serena D’Orazi della casa editrice ha affermato: “E’ stato un lavoro di grande emozione. Questo libro lo abbiamo trascritto parola per parola, assimilando la storia di Fausto. Il profumo di questa rosa quando lo leggete e finirete di leggerlo lo sentirete. Il file rouge di tutto il romanzo è Santa Rosa. Fausto ha saputo unire l’eleganza della scrittura all’ironia ed alla semplicità. Questo romanzo lascia un messaggio grande: i miracoli raccontati non sono miracoli perché tutto dipende dall’uomo. Certo, le figure spirituali servono, ma siamo noi che dobbiamo tirare fuori la nostra grandezza. Questo è un vero dono della letteratura e la grandezza di Fausto Principi sta anche nell’essere ironico”.

L’incontro si è concluso con una serie di interventi in ricordo di Fausto Principi, tra cui quello di Fausto Sensi, gestore con il fratello Marco delle Terme dei Papi e con gli omaggi floreali a Suor Francesca ed alla mamma di Laura Principi, la signora Maria, a cui Angelo Russo ha regalato  una litografia ritoccata a mano, la “Speranza”, visto che gli scritti di Fausto Principi rimandano proprio alla Speranza. Infine un ricco buffet per tutti i presenti, allietato dalle note musicali del trio Trio Bonucci, De Angelis e Ranucci.

 

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