Il progetto di Orientamento Next Generation entra nella Casa Circondariale “Mammagialla”

VITERBO – Si è appena concluso con successo il secondo anno del progetto di orientamento attivo nella transizione scuola-università dell’Università della Tuscia. Quest’anno, il progetto ha incluso due corsi rivolti a studenti della Casa Circondariale di Viterbo, con l’obiettivo di facilitare il passaggio dall’istruzione scolastica a quella universitaria e fornire strumenti utili per il futuro accademico.

Il progetto, sostenuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR, ha coinvolto detenuti delle classi III, IV e V dell’Istituto Paolo Savi di Viterbo. Il programma ha previsto cinque incontri in presenza della durata di tre ore ciascuno, seguendo il modello del Coordinamento delle Università del Lazio (CRUL).

“Durante gli incontri, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di esplorare il mondo della formazione universitaria, acquisendo competenze e informazioni preziose sui test di ingresso e partecipando a seminari tematici tenuti da docenti di tutti i dipartimenti dell’Università della Tuscia”, ha dichiarato Ilaria Armentano, Referente del Rettore per l’Orientamento in Ingresso. “Il progetto ha incluso sessioni di tutoraggio individuale e di gruppo, finalizzate a fornire supporto accademico e motivazionale”.

L’iniziativa ha evidenziato come l’istruzione superiore possa essere un potente strumento di crescita personale e trasformazione sociale, promuovendo il reinserimento dei detenuti nella società una volta terminato il loro percorso detentivo. Grazie a questo progetto, studentesse e studenti detenuti hanno potuto scoprire e sviluppare le proprie capacità e interessi, guardando al futuro con rinnovata speranza e determinazione.

Il Rettore dell’Università della Tuscia, coordinatore della commissione Orientamento della conferenza dei Rettori (CRUI), Stefano Ubertini, ha dichiarato: “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati raggiunti con questo progetto. Crediamo fermamente nel valore dell’istruzione come strumento di riscatto e reintegrazione sociale. Il nostro impegno è quello di continuare a supportare questi studenti nel loro percorso di crescita personale e accademica. L’università ha il dovere di essere un modello di inclusività, e siamo convinti che l’istruzione e l’orientamento possa essere un potente strumento di cambiamento positivo “

Anche la direttrice della Casa Circondariale di Viterbo, Dott.ssa Anna Maria dello Preite, ha espresso la sua soddisfazione: “Questo progetto rappresenta una straordinaria opportunità per i nostri detenuti. Grazie alla collaborazione con l’Università della Tuscia, stiamo offrendo loro non solo un’educazione di qualità, ma anche una nuova prospettiva di vita. Progetti come questo, non solo offrono opportunità educative, ma contribuiscono a creare un ambiente di apprendimento stimolante e di supporto all’interno del carcere. Questa iniziativa testimonia l’impegno delle istituzioni coinvolte nel promuovere politiche di inclusione e riabilitazione che vanno oltre le mura carcerarie”.

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