BAGNOREGIO (Viterbo) – Riceviamo una nota dal sindaco di Bagnoregio Luca Profili e pubblichiamo: ” Una campagna di disinformazione e calunnia viene tentata, in maniera raffazzonata e dilettantesca, da un’opposizione disfattista che siede tra i banchi del consiglio comunale di Bagnoregio.
Ho dato mandato ai legali del Comune di procedere in ogni sede, penale e civile, nei confronti di articoli stampa e comunicazioni via social costruiti per gettare discredito non solo sull’operato dell’amministrazione che rappresento ma proprio sul Comune di Bagnoregio.
Mentre la mia maggioranza, lavora quotidianamente per costruire risultati e risolvere i problemi gli sconfitti delle ultime elezioni passano le loro giornate a seminario odio, voci di discredito e inviare a giornali farneticanti comunicati che vorrebbero gettare in cattiva luce quel modello Bagnoregio che è costato tanto sforzo e sta dando risultati importanti.
Non si rendono conto del danno di immagine che fanno all’intero paese. Danno che si ripercuote nelle vita e nella prospettiva di tutti i bagnoresi.
Un gioco allo sfascismo senza precedenti, animato solo dal risentimento per la sonora sconfitta elettorale dello scorso giugno.
Come se fossimo tra i banchi dell’asilo si gioca con gli interessi e la vita di un’intera comunità, animati dalla frustrazione di non essere riusciti a essere credibili per il governo del territorio. E come al campetto il bambino capriccioso vorrebbe portare via il pallone quando perde così questa minoranza le sta tentando tutte, raccontando il falso, per rappresentare una realtà che è solo nella propria testa.
Non possiamo permetterlo, abbiamo il dovere – per rispetto e amore di Bagnoregio – di fermarlo.
Confidavamo di trovare in minoranza persone responsabili e consapevoli del proprio ruolo, con cui costruire un dialogo per fare crescere e prosperare la città. Purtroppo ci siamo ritrovati dei piromani della democrazia, animati da una furia distruttrice. Andremo fino in fondo per tutelare il Comune e l’immagine degli amministratori così come quella di Casa Civita”.