“Il sogno impossibile” di Don Chisciotte debutta venerdì al Rivellino di Tuscania

TUSCANIA (Viterbo)- “Sognar l’impossibile e allor, combatter con grande dolor, terribile e avverso guerriero, tentar ciò che è inutile osar!” Questo il motto dello spettacolo Don Chisciotte che debutterà al Teatro V. Lucchetti (Ex Rivellino) di Tuscania venerdì 28 marzo alle ore 21:15.
In scena 16 attori accompagnati da un ensemble di 4 musicisti: Marina Gavelli (piano), Gabriel Aguilera (chitarra), Giovanna Di Corpo (flauto), Caterina Gonfaloni (percussioni). Lo spettacolo, ispirato al musical Man of la Mancha con brani riarrangiati dal M° Marina Gavelli ed eseguiti dal vivo, racconta le gesta epiche di Don Chisciotte, il celeberrimo cavaliere nato dalla fantasia di Miguel de Cervantes, nei primi anni del Seicento. Epico è non solo il soggetto dello spettacolo ma anche lo spirito con cui è stato realizzato; frutto di un lavoro durissimo di prove, allestimenti quasi monumentali, un considerevole investimento di fondi propri dell’Associazione Tuscania d’Arte per il noleggio dei costumi e il service audio luci etc. Una scommessa e un’impresa veramente folle, come il suo protagonista, che la città di Tuscania ha nuovamente raccolto e sostenuto come dimostra il successo della prevendita dei biglietti per le quattro repliche previste.
Il sipario si apre sul cortile di una prigione: un colonnato, delle grate, una fontana. In ordine sparso alcuni galeotti attendono il loro destino, su alcuni di loro aleggia la scure dell’Inquisizione. Entrano all’improvviso due strani personaggi, visibilmente avulsi dal contesto. Uno dice di essere Don Miguel de Cervantes, l’altro è il suo umile e impaurito aiutante. Gli altri prigionieri, incuriositi da un manoscritto ritrovato nel baule di Cervantes, vogliono sapere il motivo per il quale sono stati imprigionati. Cervantes, accusato di essere un idealista, un uomo onesto e un poeta si dichiara colpevole e chiede il permesso ai presenti di raccontare la sua vicenda “nel modo che conosce meglio, sotto forma di spettacolo”, utilizzando i compagni di prigionia come attori. Coadiuvato da un “letterato”, un narratore che legge gli eventi rappresentati direttamente dal manoscritto di Cervantes, egli passa ad allestire la scena.
Inizia dunque un gioco metateatrale dove si intrecciano diversi piani e modalità narrative, nonché molteplici prospettive e punti di vista, di una comicità esilarante. Cervantes interpreta dunque Don Chisciotte e il suo servitore diventa il fedele scudiero Sancho Panza. Gli attori incarnano tutti più personaggi, in un frenetico scambio di ruoli e capovolgimenti di senso. Sì, perché a ingarbugliare ulteriormente la situazione è proprio Don Chisciotte con le sue famigerate visioni, i suoi fraintendimenti, i suoi abbagli e a nulla servono i moniti disperati del suo fedele scudiero Sancho Panza. Don Chisciotte il pazzo, il visionario, il vecchio che ha perso la lucidità, è l’evocazione disperata di un mondo scomparso, quello degli ideali cavallereschi di cortesia, valore, prodezza, nobiltà, gentilezza… contrapposto a una società dove conta soltanto la cieca ambizione, dominata dalla viltà, dall’orgoglio, dalla dismisura.
Eppure, le numerose sconfitte che via via va collezionando il nostro cavaliere errante ci avvicinano sempre di più al suo mondo ideale. Attraverso gli occhi di Sancho e Aldonza, la sgualdrina di cui Don Chisciotte s’innamora considerandola una nobildonna e cambiandole il nome in Dulcinea, il pubblico è gradualmente portato ad abbandonare il punto di vista canzonatorio nei confronti dei protagonisti, fino a convincersi della validità della loro causa. Non si può far altro che voler bene a Don Chisciotte, proprio come Sancho, che canta a squarciagola che il motivo per cui segue il suo padrone è che gli vuole talmente bene da voler riparar con unghie e denti tutte le sue pene.
Don Chisciotte nella sua follia indica una direzione e lo fa in maniera molto lucida, tanto che alla fine dello spettacolo ne siamo tutti persuasi. Non importa vincere o perdere, ciò che importa è la Ricerca. Qui la ricerca viene evocata nell’accezione cavalleresca del cavaliere errante: la ricerca di nuove sfide e avventure come condizione necessaria per dimostrare il proprio valore e il proprio coraggio. In Don Chisciotte però non c’è vanità, mai il suo personaggio trasuda egoismo, al contrario molte delle sue sfide sono volte a sovvertire un ordine imposto e da lui in qualche modo percepito come ingiustizia sociale, come dimostra il suo trasporto per personaggi come Sancho Panza e Aldonza. La vera pazzia di Don Chisciotte è quella di voler riportare nel mondo la gentilezza, la giustizia, l’amore fraterno. E questa sfida non ha né limiti né rivali perché travalica ogni confine materiale e terreno, è la sfida di un ideale volta a conquistar le stelle, ed è questo il sogno impossibile di Don Chisciotte.

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro V. Lucchetti (Ex Rivellino) il 28 e il 29 marzo alle ore 21:15 e il 30 marzo alle ore 17:00 e ore 21:15. Il biglietto intero è di 15€, ridotto (fino ai 18 anni) 10€.
In scena Gianni Sini, Fiorenzo De Stefanis, Stefania Pucciotti, Giuseppina Brunori, Antonella Moretti, Piero Pantalei, Roberto Caponigro, Stefania Boccacci, Maria Olimpia Pacini, Valentina Fava, Bruno Paoletti, Sandra Tizi, Daniele Testi, Marco Rocchi, Fernanda Nicolai e Stefano Ciccioli che firma anche la regia e l’allestimento dello spettacolo.
Lo spettacolo, patrocinato dal Comune di Tuscania, è un’autoproduzione dell’Associazione Tuscania d’Arte ed è stato realizzato grazie all’aiuto di tutti gli attori in scena e dei musicisti, e di Ione Kerr Ciccioli, Giorgia Bevini, Thomas Overal, Giovanni Gualdrini, Lanfranco Tenti. I costumi sono stati noleggiati presso la sartoria teatrale Tirelli Costumi SPA, il service è a cura di SBS Light and Sound di Stefano Berti, la grafica a cura di ArtLab di Giuliano Cappelli e la stampa a cura di Pool Grafica di Stefano Pasqualoni.
Si ringraziano: le Tabaccherie La Dea Bendata e Gescal di Tuscania per il servizio di prevendita gratuita, il sindaco del Comune di Tuscania Fabio Bartolacci, l’Assessore alla Cultura Stefania Nicolosi e l’Assessore al Turismo Martina Gentilini per il supporto logistico e promozionale.

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