Il Teatro dell’Unione e la sua città, un progetto di recupero della memoria orale viterbese

VITERBO – Al via un nuovo progetto rivolto alla cittadinanza per recuperare la memoria storica orale riguardante il Teatro dell’Unione, bene storico ma soprattutto punto di riferimento culturale per l’intera città. Il Teatro dell’Unione e la sua città, promosso dal Comune di Viterbo e da ATCL, Circuito multidisciplinare del Lazio, sostenuto dal MIC – Ministero della Cultura e dalla Regione Lazio, a cura di Andrea Maurizi con la collaborazione di Simona Mainella, intende raccogliere, attraverso delle interviste, tutte quelle storie che altrimenti andrebbero perdute per creare un archivio audio \ video di fonti orali riguardanti il teatro. Che rapporto ha avuto la città di Viterbo con il suo teatro? Che rapporto ha, oggi?

Dalla riapertura del Teatro Unione nel 2017, dopo il lungo periodo di restauro, moltissime persone sono entrate in botteghino chiedendo di vedere la sala dopo i lavori. Ognuna di queste portava con sé una storia: “Prima io ce venivo sempre qua!”, “Mi’ nonno ci faceva il macchinista e io lo accompagnavo…”, “Quando Gaber recitò qui, fu uno scandalo”. E tutti iniziavano la loro narrazione. Tutti con una storia da raccontare. Tutti dimostravano un fortissimo senso di appartenenza verso questo teatro, come se un luogo e la sua integrità potessero in qualche modo preservare anche i ricordi e la giovinezza delle persone.

Parallelamente alla raccolta di interviste verrà realizzato un laboratorio di teatro di narrazione che, attraverso l’utilizzo dei materiali raccolti, realizzerà un intreccio drammaturgico ed una messa in scena che restituirà un distillato dei racconti che legano la città di Viterbo al suo teatro. Come sono cambiati i viterbesi durante il ‘900? E in che modo si conserva e si evolve il loro rapporto con il Teatro Unione?

Sono passati 167 anni dalla sua inaugurazione nel 1855. L’Italia non era ancora nata e gli spettacoli erano illuminati da candele. In quegli anni non esistevano ovviamente il cinema, la televisione, le piattaforme streaming… Chi voleva divertirsi, socializzare e ascoltare una storia poteva andare solo in un teatro. Col passare del tempo, nel corso del ‘900, il teatro ha perso la sua centralità all’interno del mercato dell’intrattenimento, eppure conserva in sé una magia e una sacralità uniche.

Allo stesso modo i viterbesi hanno lentamente mutato il rapporto col loro teatro, eppure lo custodiscono ancora come un bene proprio, come se fosse un contenitore capace di preservare i propri ricordi nel tempo, un piccolo gioello di cui andare gelosi, uno scrigno da conservare.

Quale eco rimane dei “Veglioni della stampa”?

Cosa è cambiato dopo che è stato bombardato durante la Seconda guerra mondiale?

Quali spettacoli e quali film ha ospitato?

Chi avesse dei ricordi, degli aneddoti o delle storie legate al teatro e volesse raccontarcele può contattare il botteghino dell’Unione al numero 388 950 6826 oppure via e-mail scrivendo a teatrounioneviterbo@gmail.com .

La restituzione finale del laboratorio verrà realizzata al Teatro Unione.

Per anni i viterbesi sono andati al Teatro Unione ad ascoltare delle storie.

Ora si farà il contrario. Saranno i cittadini di Viterbo a raccontare le loro storie riguardanti il Teatro.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE