Il Vangelo della domenica, I domenica di Quaresima

Vangelo

Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Parola del Signore

COMMENTO. Gesù Venendo su questa terra accetta la nostra fragilità umana. Non rifiuta i nostri limiti, anzi si immerge nella nostra storia personale e nella storia del mondo. La strada che sceglie per condividere la nostra vicenda terrena, anche quella fatta di debolezza e di peccati, è una sola. E’ il deserto. La solitudine. La prova. Non commette il peccato. Non gli appartiene. Vuole, tuttavia, starci vicino. Il Maligno pretende di suggestionare il Figlio di Dio. Gesù percorre una strada opposta. Dà a noi un’attenzione consolante e colma di serenità: “Non abbiate paura, io sono con voi. Il male non avrà il sopravvento sulla vostra vita”. Questo è l’atto di amore più alto col quale Gesù diventa vicino e solidale. Vincitore e maestro di vittoria. Lui conosce la nostra condizione vulnerabile. Gesù cammina con noi perché il peccato non prenda il sopravvento. E’ il nostro compagno di viaggio. Ci assiste. Ci ama nonostante conosca di noi ogni piega interiore. Il Maligno lo tenta proponendogli la soddisfazione immediata del cibo, indispensabile in una crisi di fame. Gesù è vigilante. Non dorme. E’ pronto a cacciare la tentazione, ricordando al Maligno che l’uomo non vive soltanto di pane. Suo cibo è ogni Parola che esce dalla bocca di Dio. Si profila, allora, la seduzione delle ricchezze per le quali l’uomo è pronto a tutto. Barattare le ricchezze della terra, con la rinuncia all’adorazione di Dio, è la stoltezza infinita di chi pecca di autosufficienza e crede che il potere espresso attraverso il possesso dei regni rappresenti la risposta definitiva. L’ebbrezza del potere non costruisce pace, ma semina relazioni avvelenate. Se vogliamo sperimentare l’amore, dobbiamo adorare Dio.  Per il Maligno esiste una terza tentazione. Gesù è condotto sulla parte più alta del Tempio e viene spinto a gettarsi nel precipizio. Gesù non scende a compromessi. Dio guida la nostra vita. Non siamo noi a dare al Signore gli ordini per ottenere quello che è per noi il bene. Dopo il combattimento di quaranta giorni, la vittoria di Gesù è totale. La vittoria di Gesù diventa nostra forza. Coincide con la nostra certezza.

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