Vangelo
Gv 3,16-18
Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Parola del Signore
COMMENTO: Oggi celebriamo la festa di Dio, ma è importante ricordare che ogni giorno è un dono di Dio e possiamo viverlo come una festa, come un ringraziamento a Colui che ci dona la vita e la speranza insieme ad essa. Tuttavia, spesso dimentichiamo, soprattutto riguardo a Dio. Pertanto, questa giornata serve a ricordarci il dovere di amare Dio ogni giorno.
Ma come si festeggia Dio? Certamente Dio non ha bisogno di nulla, è felice e non possiamo dargli nulla che non sia già suo. Tuttavia, c’è uno spazio di libertà di cui Dio si è quasi privato per riaverlo da noi: è la libertà di amare o di odiare, la libertà di credere o di ribellarci. La festa di Dio, quindi, consiste nella nostra fede e nel nostro amore: è la nostra libertà che diventa fede e amore.
Il Vangelo ci ricorda che Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannarlo, ma per salvarlo. Chi crede nel Figlio di Dio non è condannato, e nel cuore di Dio si fa festa perché Lui aspetta la nostra conversione. La nostra conversione è la sua gioia, la sua festa.
Nella lettura dell’Esodo di oggi, viene sottolineato il grande desiderio di Mosè di incontrare Dio, di vederlo. Questo desiderio ardeva nella sua anima come un roveto infuocato. Tuttavia, molte persone oggi non hanno più una reazione a questa parola. Il progresso tecnologico ha distanziato l’essere umano dalla natura e l’ha immerso nella tecnica. Il rumore e l’immoralità lo hanno reso stordito e appesantito, mentre l’orgoglio lo ha accecato. Dio diventa quindi lontano, estraneo, irraggiungibile.
È importante comprendere che il cristianesimo afferma qualcosa di speciale su Dio. Crediamo che Dio abbia preso un corpo umano, sia entrato nella nostra storia e abbia acceso una luce per dissipare il nostro buio. In Cristo, Dio ha rivelato il suo volto, il suo cuore. Abbiamo conosciuto Dio-Amore in Cristo. Nel Vangelo di oggi, Gesù dice a Nicodemo che Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio affinché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio è Amore, Carità, Bontà. E quindi Dio è Trinità, perché è Amore e l’amore diventa comunità di Padre, Figlio e Spirito Santo.
È un mistero che non possiamo mai comprendere completamente come tre Persone uguali e distinte possano essere un unico Dio. Ma Dio non può non essere un mistero. San Giovanni ci ricorda che se diciamo di amare Dio ma odiamo il nostro fratello, siamo dei bugiardi. Chi non ama il proprio fratello non può amare Dio che non vede. L’amore per il nostro prossimo è il comando che abbiamo ricevuto da Dio. Accogliamo questo invito ad amarci gli uni gli altri.
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