Gv 16,12-15
Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Parola del Signore
COMMENTO: Oggi la Chiesa celebra la solennità della Santissima Trinità, un mistero che supera la nostra comprensione razionale, ma che invita a essere pienamente vissuto. Più che capirla con la mente, la Trinità va accolta col cuore: è l’ingresso nella vita di Dio, una chiamata alla relazione profonda con Lui.
Il Vangelo ci ricorda che la Trinità è una relazione d’amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Allo stesso modo, anche l’essere umano è creato per vivere relazioni: coniugali, amicali, comunitarie, lavorative. La nostra realizzazione non sta nell’isolamento, ma nell’amore reciproco. Vivere solo per se stessi è un fallimento dell’esistenza. Nessuna ricchezza o potere ha senso se non sappiamo vivere con gli altri. La fede non è un cammino individuale: anche se la preghiera personale è importante, non possiamo escludere le relazioni, perché solo l’amore vissuto in Cristo genera vita. Come affermato con forza: “In Paradiso non ci si va da soli!”
Il secondo messaggio del Vangelo riguarda lo Spirito Santo, che “annuncia le cose future”. Non si tratta di una previsione magica, ma di una luce che ci aiuta a leggere la nostra storia con gli occhi della Provvidenza. Vivere nello Spirito significa liberarsi dalla paura del futuro e dall’ansia, imparando a fidarsi di Dio. Come diceva don Fabio Rosini: se una persona malata vive la propria condizione nello Spirito, anche la sofferenza può diventare feconda. Lo Spirito dona serenità anche ai giovani, insegnando loro a guardare avanti con fiducia. San Pio da Pietrelcina lo riassume con parole potenti: “Il passato alla misericordia, il presente alla grazia, il futuro alla Provvidenza di Dio.”
Infine, il Vangelo ci mostra l’umiltà dello Spirito Santo: non parla mai di sé, ma del Padre e del Figlio. Questo è un esempio per ogni cristiano. Chi vive nello Spirito non cerca di mettersi al centro, non si esprime sempre in termini di “io”, ma lascia spazio all’annuncio delle meraviglie di Dio. È un invito a uscire da una vita autoreferenziale per diventare testimoni dell’amore divino. Come ricorda ancora don Rosini: “Cristo parla del Padre, mentre noi rischiamo di diventare buffi protagonisti di un’esistenza mediocre centrata sull’ego.”
In questa solennità, chiediamo la grazia di entrare nella vita della Trinità, di vivere relazioni autentiche, illuminate dallo Spirito, e orientate al Padre. Che chi ci guarda possa riconoscere in noi veri figli di Dio.









