Il Vangelo della domenica, V del tempo ordinario

Vangelo

Mt 5,13-16
Voi siete la luce del mondo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Parola del Signore

COMMENTO: La pericope ci offre tre immagini: il sale, la luce e la città per qualificare la comunità dei credenti e il discepolo. E’ il Cristo stesso a qualificare i suoi discepoli come sale. Il sale è impiegato per dare sapore al cibo, per conservare e per purificare perciò è anche simbolo dei valori duraturi, è simbolo di sapienza. Ma è lo stesso Gesù ad avvertire che, nonostante abbia grandi proprietà, il sale può essere reso inutile, così può accadere a quella comunità o a quel discepolo che si allontana dalla Parola. Senza la sapienza che ci viene dall’accogliere e seguire Cristo, si diventa inconcludenti, si annuncia e si testimonia altro, inutile e calpestabile. la luce, nel nuovo testamento, è una delle immagini più evocative e potenti che indicano il Risorto e i fedeli sono invitati a restare in comunione con il Cristo per essere se stessi possibilità di luce per gli uomini di buona volontà, che attendono o cercano la salvezza. Ci viene infine proposta la terza immagine, la città collocata sul monte, che negli uditori del tempo rievoca Gerusalemme e che proietta il discepolo e la comunità dei credenti del Cristo a pensarsi come nuova città Santa, chiamata a realizzare una vita nuova in Cristo. E’ l’evangelista stesso a suggerirci che il sapore e la luce di Cristo e del Vangelo arrivano al mondo tramite discepoli capaci di essere testimoni credibili e colloca nella preghiera la forza da cui attingere tale capacità, attraverso l’appellativo “Padre vostro che è nei cieli”, che è un tipico modo ebraico di rivolgersi a Dio nella preghiera.

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