Il Vangelo della domenica, VI domenica di Pasqua

Vangelo

Gv 14,23-29
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Parola del Signore

COMMENTO: Gesù è consapevole che la sua presenza fisica nel mondo volge al termine, e allora lascia una serie di indicazioni che suonano come testamento per i suoi discepoli. Un testamento spirituale, quindi, ma molto vincolante. Domenica scorsa, il comandamento dell’Amore da vivere in modo “nuovo”, ossia nella dimensione del servizio,  oggi, un altro lascito, quello della pace.
A vedere la situazione attuale all’interno del Continente Europeo, a vedere gli oltre 60 conflitti attualmente in atto nel mondo intero, e quindi non solo in Ucraina, a contare gli oltre 80 milioni di vittime causate solamente dalle due guerre mondiali del secolo scorso, risulta abbastanza facile dire che il dono della pace lasciatoci da Gesù è rimasto chiuso in un cassetto.
Gesù ci ha lasciato la sua pace in maniera incondizionata, ce ne ha fatto dono senza porre condizioni. Noi, invece, cerchiamo la pace e invochiamo la pace solo quando i conflitti si fanno sempre più vicini a noi.
Ma la pace che Gesù ci ha lasciato non è come quella che il mondo vuole, non è una tregua tra due guerre, non è sottomissione all’ingiustizia o indifferenza di fronte al male pur di non avere problemi intorno a noi. La pace dono del Risorto è quella che passa attraverso il Calvario e la croce, che non risolve le ingiustizie ignorandole o insabbiandole, ma assumendole, sopportandole, e facendo tutto il possibile perché le situazioni di squilibrio tra la povertà e la ricchezza, tra la prepotenza e l’umiliazione vengano appianate. La pace che Gesù ci lascia come dono e come impegno è quella di chi vince il male con il bene, e non con ulteriore male.

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