Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Parola del Signore
COMMENTO: Nel Vangelo di Gesù, l’amore e il perdono sono presentati come principi fondamentali e imprescindibili per la nostra vita morale. Gesù stesso ha incarnato questi valori con l’esclamazione: “Padre, perdona loro, che non sanno quello che fanno”, mentre soffriva sulla croce, vittima di una crudeltà ingiustificata. Con il suo esempio, ci ha insegnato a rispondere al male con l’amore, alla persecuzione con il perdono, e alla cattiveria con la bontà.
Nel contesto dell’Antico Testamento, troviamo anche il racconto di Davide, che, pur avendo subito numerosi soprusi dal re Saul, non si vendicò mai. Quando ebbe l’opportunità di uccidere Saul, lo risparmiò, mostrando una grande nobiltà d’animo e rispetto verso il “consacrato del Signore”. Questo atto di misericordia è un esempio di amore verso il nemico che si estende anche ai primi cristiani, come testimoniato da Tertulliano che affermava: “Amare gli amici lo fanno tutti, amare i nemici lo fanno solo i cristiani.”
Gesù, nel suo insegnamento, ribadisce l’importanza di amare non solo chi ci ama, ma anche chi ci odia. Chiede di rispondere al male con atti di bontà, di ricambiare l’offesa con misericordia, e di trattare gli altri, anche i nemici, con rispetto. L’amore verso i nemici, lontano dalla vendetta, è un segno distintivo della vera fede cristiana. Gesù stesso ha vissuto questa radicale via dell’amore, invitando i suoi discepoli a non limitarsi a ciò che è comune e facile, ma ad andare oltre, praticando il bene anche verso chi ci fa del male.
Nonostante l’insegnamento di Gesù, il concetto di perdono non è sempre ben accolto, sia nel mondo antico che nel presente. Spesso, il perdono viene visto come una debolezza o una teoria irrealizzabile, soprattutto in situazioni di grande ingiustizia e dolore. Per una madre che ha perso un figlio in modo violento, o per chi ha subito umiliazioni e soprusi, il perdono appare quasi impossibile. Tuttavia, Paolo ci esorta a praticare il perdono e il bene come strumenti di lotta contro il male: “Non essere vinto dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,21).
L’amore che si risponde al male, senza cercare vendetta, può sembrare un eroismo incomprensibile agli occhi del mondo. Infatti, come affermava Oscar Wilde con ironia, “Perdona ai tuoi nemici, niente li fa arrabbiare di più.” Il vero cristiano è colui che, nonostante le ingiustizie, sa rispondere con amore, un amore che non si limita a parole, ma si traduce in azioni concrete.
Questo tipo di amore richiede un coraggio raro, un eroismo che può sembrare “stupido” o “insensato” agli occhi del mondo, ma che in realtà è il segno tangibile della nostra fede e della nostra adesione a Gesù Cristo. La fede ci invita a perdonare, non solo per una questione di moralità, ma per un’autentica identificazione con il sacrificio di Cristo, che ha perdonato i nostri peccati sulla croce.
Alla base di questa virtù sta la consapevolezza che il perdono ricevuto da Dio è il motore che ci spinge a perdonare gli altri. Se Dio ci ha perdonati, non possiamo fare a meno di estendere lo stesso perdono a chi ci ha offeso. La fede, dunque, ci aiuta a superare la logica umana e ad abbracciare quella divina, rendendoci capaci di amare anche chi ci ha fatto del male, come segno di vera identificazione con Cristo.
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