Il Vangelo della domenica, XIV del tempo ordinario

Vangelo

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Parola del Signore

COMMENTO: La liturgia ci invita nuovamente a meditare sulla fede, in primis la nostra. I compaesani di Gesù sono stupiti e perfino scandalizzati dalla sua persona e dalla sua missione. Lo conoscono bene: sanno che Gesù è un falegname, il figlio di Maria. E proprio questo è lo scandalo: la pretesa di Gesù, uomo tra gli uomini, falegname di provincia, d’essere la trascrizione storica e carnale della presenza dell’Eterno. Lo scandalo della fede è costituito dal fatto che la potenza e la sapienza di Dio si manifestino nella debolezza di un amore fatto carne. Lì, davanti ai loro occhi, sta il Figlio di Dio, il Messia atteso. E loro non gli credono. Gesù ha calmato tempeste, scacciato demoni, resuscitato morti ma contro l’incredulità dei suoi compaesani non può fare nulla. Il Signore ci chiama a rinnovare la nostra fede.

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