Il Vangelo della domenica, XVIII del tempo ordinario

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Parola del Signore.

COMMENTO: Il Vangelo di questa domenica ci invita a riflettere sulla sfida del seguire Gesù, un cammino che richiede un profondo cambiamento interiore. Gesù non si accontenta dell’osservanza della legge o dei comandamenti, ma chiede un distacco radicale dai beni materiali, un impegno verso la povertà e la fraternità. L’invito di Gesù è chiaro: “Vendi quello che hai, dallo ai poveri e seguimi”. Questi tre elementi — povertà, fraternità e sequela — sono strettamente interconnessi e necessitano di essere vissuti in armonia per dare fecondità alla vita cristiana.

Il racconto del giovane ricco ci offre un esempio concreto di come Gesù ribalti le logiche religiose comuni. L’uomo chiede cosa deve fare per “avere” la vita eterna, ma Gesù sposta la questione sul piano del “condividere” e del “seguire”. Ci troviamo di fronte a due visioni opposte: da un lato, la logica del guadagno e della conquista, dall’altro, la logica di Gesù, fondata sul dono, sulla fiducia e sull’amore gratuito.

Tuttavia, l’uomo ricco non riesce a fare questo salto di qualità. Pur avendo sentito la forza della parola di Gesù, si allontana triste, incapace di fidarsi completamente. La sua tristezza rappresenta la delusione di chi non riesce a lasciarsi andare con fiducia alla chiamata del Vangelo, rimanendo bloccato dalle proprie sicurezze materiali.

 

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