Il Vangelo della domenica, XXXI del tempo ordinario

Vangelo

Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore

COMMENTO: La discussione che ci presenta il vangelo di oggi si avvia sul tema del comandamento fondamentale, quello su cui poggia la Legge, ossia, quello in base al quale interpretare tutti i precetti divini. Gesù vìola il sabato, frequenta i peccatori, tocca gli impuri lebbrosi, e pertanto, vi è necessità di comprendere su quale dei comandamenti fonda la sua azione e il suo insegnamento. Il Signore non cita nessun comandamento, limitandosi a riportare quanto proclamato nella prima lettura (Dt 6): il credo di Israele (Shemà Israel). Ascoltare non è sentire, ma porre attenzione, cioè, concentrarsi su quanto Dio ha compiuto nella storia d’Israele: “con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Nella sua risposta però, Gesù inserisce una piccola aggiunta: l’aggettivo possessivo “tuo”. Il Signore aggiunge l’amore per il prossimo, che è il comandamento principe. Lo scriba, da parte sua, si manifesta concorde con quanto detto da Gesù, anche se prova grande difficoltà nell’incarnarlo e coniugarlo con il servizio per il prossimo.

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