Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Parola del Signore
COMMENTO: Con la Solennità di Cristo Re dell’Universo, introdotta da Pio XI nel 1925, si chiude l’anno liturgico e se ne apre uno nuovo. Questa celebrazione ricorda che Cristo, il Figlio di Dio incarnato, crocifisso e risorto, è il Signore assoluto del cosmo e della storia. Egli, che ha vissuto come uomo umile, predicando amore e misericordia, operando miracoli e proclamando le Beatitudini, è il Re indiscusso a cui ogni creatura è sottomessa.
Cristo non è solo un modello di umanità perfetta, ma anche il Dio vivente, co-creatore con il Padre e lo Spirito Santo. La sua regalità si fonda su una verità profonda: non si tratta di un dominio terreno, ma di un regno spirituale che interpella il cuore umano. Gesù stesso dichiarò a Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo”. Non cercava potere politico o militare, ma venne a testimoniare la verità, rivelando il volto di Dio come amore assoluto e misericordia infinita.
La verità di Cristo non è solo rivelazione di Dio, ma anche del senso più autentico dell’essere umano. È una luce che invita alla conversione e libera chi sceglie di vivere in Cristo, accogliendone i messaggi evangelici di amore e salvezza. In questo regno, che San Paolo descrive come “giustizia, pace e gioia nello Spirito” (Rm 14, 17-18), l’uomo scopre la chiamata a un servizio radicale verso il prossimo, per costruire un mondo fondato sulla solidarietà e sulla concordia.
Il regno di Cristo supera ogni forma di governo terreno, non imponendosi con la forza, ma trasformando l’uomo dall’interno. Nessun regime umano, per quanto giusto, può operare tale rinnovamento spirituale. La regalità di Cristo invita invece a un cambiamento personale e collettivo, che si realizza nell’amore e nel dono totale di sé, come esemplificato dallo stesso Gesù.
Grazie al battesimo, anche i fedeli partecipano a questa regalità, chiamati a vivere secondo l’unzione ricevuta, servendo gli altri e testimoniando il primato di Cristo nella storia. La regalità di Cristo non appartiene al tempo, ma è universale e senza fine, un modello che illumina il cammino dell’umanità verso la vera libertà e la pace duratura.