di WANDA CHERUBINI-
VITERBO- Il neo Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza, dopo aver fatto visita ieri ed oggi alle istituzioni locali, ha voluto questa mattina incontrare la stampa presso la sala conferenze della curia vescovile insieme al responsabile della comunicazione sociale don Emanuele Germani e il vicario don Luigi Fabbri. In un clima molto cordiale il Vescovo ha risposto alle domande dei giornalisti, facendo prima una premessa: “Appena sono arrivato a Viterbo ho sentito subito il peso della storia. Da questo territorio mi aspetto tanto. La comunicazione è il pilastro della vita sociale nel bene e nel male – ha esordito Avete un ruolo decisivo e da parte mia avete la massima attenzione. Sono un vostro collega, anche se sono di 8 bollini indietro per il tesserino”. Poi il vescovo ha voluto mettere a fuoco due cose, la 
prima l’importanza del dialogo mirato al bene del territorio. “Un dialogo intanto rispettoso delle libertà di ognuno – ha precisato – perché è importante che ognuno possa esprime un parere, un suggerimento, che può diventare collaborazione nel momento in cui l’obiettivo diventa comune. Questo non significa limitare la possibilità di poter valutare, giudicare”. Il vescovo Piazza ha quindi affermato: “Ho due obiettivi importanti in questo periodo: la ricomposizione della trama sociale, perché siamo messi maluccio. Dopo il Covid i rapporti umani si sono inaspriti. Dobbiamo valutare prima le cose da fare e dialogare per avere vari punti di vista. In questo sguardo ampio si possono fare scelte che possono essere gradite e non gradite. Innanzitutto penso che la libertà di stampa sia un fondamento primario, ma penso altrettanto che la finalità di questa libertà deve essere mirata sul bene comune, è una libertà a servizio. In questo 
chiedo la vostra collaborazione affinché come chiesa possa fare il bene della collettività non solo ecclesiale, ma anche civile. Il cristiano è un cittadino e questa linfa vitale deve innestarsi nella società in cui i diritti della persona e la qualità della vita sociale sono punti fondamentali. La seconda richiesta: stabilire con voi un’amicizia sincera, leale: ascolterò le vostre ragioni e voi ascolterete le mie. Vorrei, quindi, che per la giornata ecclesiale della comunicazione ci fosse anche un momento conviviale insieme per cui vivremmo un momento celebrativo, un momento culturale sulla comunicazione e il territorio e poi ci mangeremo una pizza insieme. Potete per ogni evenienza 
interpellare il Vescovo avendo un po’ di pazienza perché io sono un po’ iperattivo, ma il tempo lo troveremo. Lavoriamo per questo territorio nel rispetto reciproco. Voglio appassionarmi, innamorarmi e fare il bene di questa terra a cui il Santo Padre mi ha mandato per dare un segnale di fiducia e speranza”.
Sono, quindi, seguite le domande dei giornalisti, nel corso delle quali il Vescovo Piazza ha rimarcato alcuni concetti importanti, quali la conoscenza senza pregiudizi. Inoltre, il Vescovo si è definito un “prete felice”: “Non sento il peso del tempo: quando mi sono steso a terra per ricevere il sacramento del sacerdozio ho chiesto al Signore di darmi entusiasmo e da vescovo ho chiesto di mantenermi questo entusiasmo”. Sul trasporto della Macchina di Santa Rosa e la Santa Patrona il Vescovo ha detto: “Ho sempre 
celebrato Santa Rosa da Lima, ma venendo qui mi si è aperto un cielo. Santa Rosa emana una straordinaria potenza, la sua macchina significa movimento, è un mondo articolato ma importantissimo. Una grande possibilità di trasformare la qualità della sua vita in un bene sociale. Un sentiero che deve essere anche qualità di vita e amore per l’uomo, come ha fatto Santa Rosa”.
E’ stata quindi ricordata l’attività del Vescovo nella Caritas: “Sono stato cuore della Caritas ed ho avuto collaboratori preziosi. La pressione sociale era tale che le politiche sociali non potevamo fare fronte ed ho sentito il dovere di intervenire come chiesa. La Caritas è stata in prima fila. Vorrei entrare nei problemi da vescovo con il cuore. Non dubitate mai nella mia buona volontà di mettercela tutta”. Mons. Piazza ha evidenziato nuovamente il ruolo importante della comunicazione: “La comunicazione è talmente importante che nella mia piccola diocesi avevo una tv web diocesana, format mensili e 4 pagine mensili su Avvenire, Anticipare gli eventi è fondamentale. Dotare la comunicazione di strumenti è importantissimo. Il dialogo tra comunicazione diocesana e voi inizia oggi da qui. Il vescovo non sarà mai contro un 
territorio. Il ruolo istituzionale deve essere rispettoso nella verità e nella giustizia”. Inoltre, il Vescovo Orazio Francesco ha detto che vorrà avviare percorsi formativi sulla formazione sociale.
“La trama sociale si costruisce attraverso la messa a punti dei diritti e doveri della persona, bisogna 
ritrovare rispetto sociale e terzo punto sono le scelte. Non significa che le differenze scompaiono, ma l’amicizia sociale deve essere consolidata sul terreno dell’equità”. Il terzo obiettivo evidenziato da Mons. Piazza è quello di “vedere ciò che ci unisce piuttosto che ciò che ci divide”. “La bellezza di Viterbo non può che appassionare il vescovo: questo ci unisce. Il bene per i bisognosi ci unisce. Mi reputo un vescovo di comunicazione perché 
ho il vangelo nel cuore. Il linguaggio della comunicazione è l’essenza della vita. La comunicazione è importante e bisogna sentitene la responsabilità”. Alla domanda se si possa definire un Vescovo di strada, Mons. Piazza ha risposto: “Fin da ragazzino sono stato sul marciapiede, non me ne sono mai andato. Ho fatto esperienze di lavoro venendo da una famiglia umile (padre muratore e madre casalinga, “Non sono figlio di re” ha detto). Sono un vescovo che ha sempre vissuto tra la gente, parto da lì. Chi vive la vita, vive tra la gente, per la gente. Mi troverete spesso tra la gente”.
Ha poi tenuto a precisare: “Passerò un po’ di tempo ad ascoltare, non agirò per sentito dire. Ho il desidero di valorizzare ogni persona, ognuno deve sentirsi potenzialmente realizzato. Le scelte che 
farò saranno collegiali. Il vescovo non ha preferenze. Mi ha impressionato molto l’atteggiamento accogliente da parte dei parroci”. Infine, il Vescovo Piazza ha affermato che dovrà interagire con l’ambiente universitario e politico e come non ci sia nulla della cultura popolare che possa dimenticare. Quindi attenzione anche alle confraternite, alle tradizioni e sul dialogo ecumenico, interculturale e interreligioso ha detto: “Porteremo avanti un dialogo e un confronto continui senza conflittualità”. Il suo motto è “Armonizzare le differenze e ridurre le distanze”. Nei prossimi giorni il Vescovo incontrerà tutti i sindaci dei 35 comuni che fanno parte della diocesi. L’incontro si è concluso con la lettura da parte del Vescovo della preghiera di Tommaso Moro (vedi video).
Orazio Francesco Piazza è nato a Solopaca (Benevento) il 4 ottobre 1953, ordinato presbitero nel 1978. Ha due dottorati (teologia dogmatica e filosofia e teologia), 40 anni di insegnamento ed è anche membro della Congregazione per le cause dei Santi. E’ stato vescovo di Sessa Aurunca. Come giornalista ha all’attivo decine di pubblicazioni, ha condotto varie trasmissioni televisive ed è stato ospite di vari programmi, tra cui l’emittente della Cei Tv2000. Piazza è stato anche fondatore del centro studi Bachelet nel 2004.
Un ricco curriculum che può essere visionato a questo link.
Foto conferenza stampa by G.Giordani
